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Il sistema italiano di tariffazione dell’energia elettrica è vecchio di almeno vent’anni e porta con sé quella che alla luce delle odierne politiche europee è una evidente contraddizione: chi più consuma, in proporzione paga meno. Dal 2018 non sarà più così in forza di un emendamento votato dalla Camera nell’ambito dell’approvazione della Legge Europea 2017 per l’energia. La proposta approvata dall’aula di Montecitorio è particolarmente complessa da spiegare per la sua tecnicità: nella sostanza dispone di destinare alla riduzione della bolletta elettrica di piccole imprese in bassa tensione e utenti domestici una quota, pari a circa 1 miliardo, delle risorse che si libereranno dalla componente A3 degli oneri generali di sistema dell’energia. Non cambia la regolamentazione per i grandi consumatori, anzi per questi verrà valutato non solo il consumo assoluto, ma anche l’incidenza del costo dell’energia sul proprio volume complessivo d’affari. E sulla base del principio che prima di dare agevolazioni bisogna imporre il risparmio e l’efficienza energetica, chiunque voglia prendere un euro di agevolazione, dovrà prima sottoposri ad una diagnosi energetica degli impianti. Novità anche per le energie rinnovabili: saranno privilegiate le migliori tecnologie (italiane) La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha diritto a un incentivo che non sarà più legato, come è oggi, alle specifiche fonti, ma che sarà misurato sulla base dell’efficacia produttiva delle tecnologie applicate. Si vuole così favorire anche la comparazione tra fonti diverse (dall’eolico al fotovoltaico e altre ancora) valorizzand, preferibilmente e ove possibile, l’applicazione di tecnologie italiane.