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Nessuno specialista dovrebbe mai permettere ad una coppia di somministrare al proprio figlio una dieta vegana nei primi anni di vita. Ed anche successivamente, una dieta vegetariana non dovrebbe mai escludere completamente il latte, le uova e alimenti fortificati con vitamina B12, ferro e omega 3. Lo dice la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) che nel corso del congresso, a Mestre, presenta un documento, il primo in Italia di questo genere, che raccoglie oltre 120 gli studi internazionali passati in rassegna col coordinamento di Margherita Caroli, tra i massimi esperti di nutrizione pediatrica in Europa. A tutto l’universo ammantato di varia eticità di vegani e vegetariani, i pediatri spiegano che “le diete latto-ovo-vegetariane e vegane sono inadeguate al corretto sviluppo del bambino: in chiave neurologica, psicologica e motoria. La maturazione cerebrale del bambino avviene in larga parte nei primi due anni di vita: più le diete sono stringenti in questo periodo, maggiori sono le carenze e i rischi a cui i genitori espongono i figli”. Malgrado gli allarmi sanitari, la ‘moda’ vegana si diffonde (come il gluten-free e il no-olio di palma) Per l’Eurispes, il 4,6% degli italiani è vegetariano e il 3% è vegano: complessivamente ammonterebbe quindi a quattro milioni il numero degli italiani che non mangia carne. Una galassia piena di sfumature, qualcuna anche curiosa: ci sono i raccoglitori che mangiano solo ciò che cade dagli alberi, i pesco-vegetariani per i quali l’unico divieto è la carne di volatili e animali terrestri. Ci sono poi i fruttariani, i crudisti, i vegani, gli ovo-vegetariani, i latto-vegetariani e i latto-ovo-vegetariani. La dieta che esclude dalla tavola tutti gli alimenti di origine animale è la più diffusa, sebbene in Italia sia in leggero calo. Mentre la vegana, tra le scelte più estreme, è quella che sta facendo più proseliti. La dieta ideale secondo i pediatri rimane, fin dai primi mesi di vita, quella mediterranea: basata sul consumo prevalente di alimenti vegetali e sull’uso limitato di prodotti animali. Così si contribuisce ad assicurare salute ai bambini di oggi e agli adulti di domani.