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Secondo i risultati di un’indagine sul ‘mystery shopping’ condotta dalla Commissione del Parlamento europeo, il 63% dei siti web non consente agli acquirenti di acquistare da un altro Paese UE ed automaticamente il consumatore viene oggi dirottato sul sito del Paese più ‘comodo’ per il venditore. Una operazione che ha un nome preciso, ‘geoblocking’, e che è più frequente (86%) per gli elettrodomestici, e meno per i biglietti di eventi sportivi (40%). Con 557 voti favorevoli, solo 89 contrari e 33 astensioni, sono state approvate in via definitiva, nuove norme che vieteranno il ‘geoblocking’ e quindi consentiranno a tutti i cittadini UE di scegliere in quali siti acquistare beni o servizi. Gli acquirenti online ottengono così un accesso transfrontaliero più agevole a prodotti, prenotazioni alberghiere, noleggio auto, festival musicali o biglietti per parchi di divertimento mentre i commercianti dovranno trattare gli acquirenti di altri paesi come quelli locali, garantendo accesso agli stessi prezzi. Restano fuori alcuni settori sui quali si interverrà entro i prossimi due anni «Questa nuova legge dell'UE sul geoblocking – spiega la relatrice Róża Thun (PPE, PL) – rappresenta un passo importante verso un mercato unico digitale ancora più competitivo e integrato, sia per i consumatori, sia per i commercianti. Rappresenta inoltre un'altra pietra miliare nella lotta contro la discriminazione dei consumatori in base alla nazionalità o al luogo di residenza, cosa che non dovrebbe mai accadere nella nostra Europa unita. Abbiamo dimostrato che l'Unione europea può produrre risultati concreti per i cittadini di tutta Europa, apportando cambiamenti positivi alla loro vita quotidiana». Restano per ora esclusi i contenuti protetti da copyright come i libri elettronici, la musica o i giochi online, i servizi audiovisivi e di trasporto. Le nuove norme saranno applicabili nove mesi dopo la loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'UE, certamente quindi entro la fine dell'anno.