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Le presenze turistiche del 2017 nei borghi italiani sono cresciute di 24 milioni di unità rispetto all'anno precedente: il dato è stato diffuso dall'Istat - Direzione centrale per le statistiche ambientali e territoriali in occasione della presentazione, nella sede dell’Enit a Roma, della XIII edizione della Guida "I Borghi più belli d'Italia", della Società Editrice Romana. I numeri sono ancora provvisori, ma certamente il trend è molto significativo. Da Norcia a Furore (in Campania), da Buonconvento (in Toscana) a Morimondo (in Lombardia), passando per Grottammare (Marche) e Castroreale (Sicilia): un viaggio da Nord a Sud per scoprire l'Italia più nascosta, quella dei piccoli centri. Secondo i dati, nei 279 piccoli Comuni presi in esame (che rappresentano il 4,3% del territorio nazionale, con 1 milione e 100 mila abitanti) cresce anche l'offerta ricettiva, con 191mila posti letto in 7.330 strutture; inoltre nei borghi il turismo è più italiano che internazionale, e non ha la caratteristica del “mordi e fuggi”: la media è di 3,8 giorni di permanenza. Le opportunità non mancano e serve una politica che sappia valorizzare tutti i territori Gli esempi di straordinario interesse in Italia non mancano. Monte Isola, in Lombardia, che sorge dalle azzurre acque del lago d'Iseo, raggiungibile solo in barca. Pitigliano, che nasconde sotto di sé un'altra città. Montelupone, nel Maceratese, tra i Sibillini e l'Adriatico. San Gemini, in Umbria, paese famoso per quelle naturali e minerali e le vicine cascate delle Marmore. «Il 2017 per i borghi italiani – spiega per l’Istat Sandro Cruciani – è stato un anno eccezionale, che dimostra la grande vitalità di questi luoghi. Se si considera non solo il borgo ma anche gli altri Comuni del territorio circostante la crescita potenziale delle presenze sarebbe del +37,7%. Ecco perché siamo convinti che una politica radicata sul territorio potrebbe offrire tantissime opportunità di crescita economica».