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Torino con ben 112 giorni di livelli di inquinamento atmosferico che superano la soglia stabilita a livello europeo; Cremona con 105 giorni; Alessandria con 103; Padova con 102 e Pavia con 101 giorni. Sono questi i numeri che porteranno la Commissione europea a deferire l’Italia per la violazione delle norme antismog, in particolare dei limiti di biossido di azoto (NO2) e di particolato (Pm10). In realtà il nostro Paese è in nutrita compagnia: Germania, Francia, Gran Bretagna,Ungheria e Romania potrebbero seguire la nostra sorte dopo essere stati, come noi, convocati a Bruxelles dal Commissario Ue per l’ambiente, Karmenu Vella, alla fine dello scorso gennaio. «Le scadenze sono passate da tempo – aveva detto il commissario maltese Karmeneu Vella – e non possiamo permetterci altri ritardi. Il problema va affrontato con tutta l’urgenza necessaria. Perché, stima la Commissione, in Europa ogni anni 403 mila decessi prematuri sono attribuibili all’inquinamento dell’aria». In Europa si calcola che siano oltre 400 mila ogni anno le vittime dell’aria inquinata «Abbiamo portato all’attenzione della Commissione tutto il lavoro fatto in questi anni – aveva detto in quella convocazione il Ministro dell’ambiente italiano Gian Luca Galletti – un lavoro che ha dato risultati evidenti in termini di miglioramento della qualità dell’aria: basti pensare che gli sforamenti, dal 2000 ad oggi, si sono ridotti di più del 70%”. Nonostante questa dichiarazione, le associazioni ambientaliste come Legambiente e Greenpeace si sono dichiarate insoddisfatte ed è proprio dal rapporto di Legambiente Mal’Aria, pubblicato alla fine dello scorso gennaio, che emerge il dato dei cinque capoluoghi di provincia su 39 presi in considerazione hanno oltrepassato la soglia di 100 giorni di smog nel 2017. A metà maggio la decisione della Commissione Europea potrebbe sancire, con il deferimento, la necessità dell’Italia di assumere immediatamente misure più stringenti per la lotta all’inquinamento atmosferico.