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La crescente minaccia rappresentata dai batteri resistenti agli antibiotici può essere affrontata solo attraverso un approccio ‘One Health’, un approccio alla sanità globale. Le infezioni da batteri farmaco-resistenti causano circa 25.000 decessi l’anno, per un costo totale annuo extra pari a 1,5 miliardi di euro nella sola UE. L'aumento della resistenza antimicrobica è dovuto a una serie di fattori e tra questi è certamente rilevante quello legato all'uso eccessivo e inappropriato degli antibiotici negli esseri umani e negli allevamenti di animali destinati all’alimentazione. Per questo il Parlamento Europeo ha approvato a con 589 voti favorevoli, 12 contrari e 36 astensioni, una risoluzione non vincolante nella quale si chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di limitare la vendita di antibiotici da parte degli operatori della salute umana e animale che li prescrivono e di eliminare qualsiasi incentivo finanziario. È necessario adottare misure concrete contro le vendite illegali e le vendite senza prescrizione di antimicrobici nell'UE. I cittadini non sono informati sui pericoli che derivano dalla diffusione di virus antibiotico-resistenti «Se non si fa nulla – ha dichiarato la relatrice del piano d'azione “One Health”, Karin Kadenbach (S&D, AT) – la resistenza antimicrobica può causare entro il 2050 più morti del cancro. Dobbiamo iniziare a osservare l'intero ciclo, perché la salute delle persone e quella degli animali sono interconnesse. Le malattie vengono trasmesse dalle persone agli animali e viceversa, ed è per questo motivo che sosteniamo l'approccio olistico dell'iniziativa ‘One Health’». Secondo un sondaggio Eurobarometro del 2016, la mancanza di consapevolezza rimane un fattore chiave: il 57% degli europei non sa che gli antibiotici sono inefficaci contro i virus, il 44% non sa che sono inefficaci contro il raffreddore e l'influenza. Il testo approvato dal Parlamento invita la Commissione europea ad elaborare un elenco prioritario degli agenti patogeni dell'UE sia per l'uomo che per gli animali, definendo chiaramente le priorità future in materia di ricerca e sviluppo.