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Si avvicina sempre più, la data è quella del 29 marzo, lo spettro dell’hard-Brexit, cioè di una uscita della Gran Bretagna dall’Europa senza alcun accordo. Che ne sarà di tutti quegli studenti che stanno trascorrendo un semestre di studio oltre la manica? Ci ha pensato il Consiglio dell’Unione europea che ha adottato un regolamento che garantisce la continuazione dei programmi Erasmus+ in corso per gli scambi legati al Regno Unito anche in caso di divorzio senza accordo tra Londra e Bruxelles. Il provvedimento, già votato dal Parlamento europeo lo scorso 13 marzo, farà contenti tutti quei giovani che stanno portando a termine un periodo di studio, stage o di ricerca tesi nelle isole britanniche prima di concludere il proprio percorso universitario. Si stima che alla fine di marzo 2019 ci saranno almeno 14 mila persone provenienti da 27 paesi dell’Ue nel Regno Unito e circa 7 mila britannici nei vari stati dell’Unione nell’ambito dei programmi Erasmus+. La speranza per i 14 mila europei in Gran Bretagna è che si trovi un accordo anche per il dopo Brexit «Stiamo cercando di fare in modo che tutti possano completare i loro studi dopo Brexit» ha sottolineato Ecaterina Andronescu, Ministro dell’istruzione della Romania. Il provvedimento entrerà in vigore solo se il Regno Unito dovesse lasciare l’Unione europea senza accordo negoziato. Più nel dettaglio, il regolamento stabilisce: in primo luogo, che non saranno interrotte o bloccate le attività in corso legate al programma Erasmus+ cominciate entro il giorno in cui è prevista l’uscita del Regno Unito dall’Ue senza accordo, e quindi da quanto i trattati comunitari cesseranno di essere applicabili nel Paese; secondariamente, che i partecipanti al programma, britannici o provenienti dagli altri paesi dell’Ue, non perderanno i loro crediti universitari e non saranno quindi obbligati a ripetere il semestre o l’anno accademico trascorso all’estero.