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La chiamano ‘Generazione Z’ ed è composta da chi è nato dopo il 1996: ragazzi che oggi, finito il ciclo di studi, si affaccia al mondo del lavoro e che nel 2020 rappresenterà circa il 20% della forza lavoro. Una ricerca mondiale, commissionata da “Dell Technologies” a “Dimensional Research”, sostiene che questi ragazzi cambieranno il volto delle aziende perché nella loro vita quotidiana usano strumenti tecnologici che sono più avanzati di quelli in dotazione nei posti di lavoro «È fondamentale – sottolinea Marco Fanizzi, VP e GM Enterprise Sales di Dell Technologies – adottare strumenti di condivisione digitale, favorire il lavoro da remoto, adottare politiche aziendali BYOD (Bring Your Own Device). Inoltre, dovrebbero essere aggiornate anche le modalità di rapporto interne all’azienda: fornire strumenti di feedback frequenti, ascoltare le esigenze, sapersi adeguare alle richieste. Si tratta di passi necessari per riuscire ad attirare i più giovani e soprattutto tenerli in azienda». La ricerca è stata condotta su oltre 12mila studenti di scuole medie superiori e università, in 17 Paesi a livello mondiale ed il 91% degli intervistati ha dichiarato che, in caso di più proposte di lavoro, la tecnologia offerta da un datore di lavoro è un elemento determinante nella scelta. Sempre più i giovani pensano che lavoreranno insieme ad un robot, ma l’occupazione aumenterà Per i giovani siamo poi alla vigilia della ‘rivoluzione’ robotica: l’89% è convinto che si stia entrando nell’era della partnership uomo-macchina ed il 51% è sicuro che esseri umani e macchine lavoreranno insieme in team. «Da un lato – dice aqncora Marco Fanizzi - è vero che se oggi il 73% delle attività svolte in azienda sono realizzate da esseri umani, nel giro di tre anni lo stesso spettro di attività scenderà al 53%. Dall’altro però, la tecnologia non offre solo nuove possibilità, ma crea in molti settori un aumento della domanda, con conseguente necessità dell’offerta di adeguarsi, incrementando posti di lavoro tradizionali per soddisfare la domanda. In generale, prevedo un numero di posti di lavoro in crescita rispetto al passato».