Notice: Undefined variable: vtype in /var/www/asterisconet.it/www/appr/app_film.php on line 44
Notice: Undefined variable: vtype in /var/www/asterisconet.it/www/appr/app_film.php on line 48
Lunedì 17 giugno, le imprese e le famiglie saranno chiamate a versare all’Erario una cifra pari a circa 32 miliardi e mezzo di euro. Secondo la stima elaborata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, gli imprenditori dovranno pagare al fisco 12 miliardi di euro per le ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori, mentre famiglie e imprese saranno chiamate a versare quasi 10 miliardi per l’Imu/Tasi in capo alle seconde/terze case e agli immobili strumentali. Altri dieci miliardi circa dovranno essere versati da industriali, commercianti, artigiani e lavoratori autonomi per l’Iva allo Stato, mentre una cifra di poco inferiore al miliardo corrisponde alle ritenute Irpef trattenute sui compensi dei lavoratori autonomi. «Con una tassazione inferiore e più semplice – dichiara il Segretario Renato Mason – anche l’Amministrazione finanziaria potrebbe lavorare meglio ed essere più efficace. La selva di leggi, decreti e circolari esplicative presenti nel nostro ordinamento tributario, invece, complica la vita a tutti, relegandoci tra il gruppo di paesi meno attrattivi per gli investitori stranieri anche per questo motivo». Il costo della pressione fiscale sottrae risorse, ma soprattutto tempo e lavoro alle imprese produttive Gli imprenditori potrebbero avere difficoltà a recuperare le risorse per pagare le tasse anche perché le banche continuano a erogare il credito con il contagocce, denuncia l’Ufficio studi della CGIA di Mestre, anche se la situazione dei crediti deteriorati è scesa ai livelli pre-crisi. In Italia, il peso dell’oppressione fiscale è un problema che ostacola l’attività quotidiana delle imprese. Al netto delle tariffe applicate dai commercialisti per la tenuta della contabilità aziendale, secondo una indagine realizzata periodicamente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il costo della burocrazia fiscale in capo agli imprenditori ammonta a circa 3 miliardi di euro all’anno. Una cifra diventata insostenibile e che sottrae tempo e denaro a chi, invece, vorrebbe impiegare queste risorse per creare più ricchezza e nuovi posti di lavoro.