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La 43/a sessione del Comitato per il Patrimonio mondiale Unesco, riunita a Baku, in Azerbaijan, ha iscritto le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene nella lista dei paesaggi culturali da tutelare come patrimonio dell'umanità. I 97 km quadrati di declivi vitati e di borghi della Sinistra Piave tra Valdobbiadene e Conegliano diventano l’ottavo sito veneto e il cinquantacinquesimo italiano sotto l’egida dell’Onu per la cultura che tutela 1092 (ora 1093) luoghi ‘unici’ in 167 Paesi. L’Italia rafforza ulteriormente il proprio primato di Paese con il maggior numero di siti iscritti nel registro dei patrimoni dell'umanità. L’attesa decisione, festeggiata sui social da tutto il Governo, arriva dopo la bocciatura dell’anno scorso, quando l'iscrizione saltò per due voti (Spagna e Norvegia). La candidatura, proposta sin dal 2010 e sostenuta nel 2017 dall’allora ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, ha visto sollevarsi il fronte del ‘no’ di alcune associazione ambientaliste tra cui Wwf, Legambiente, Pesticides Action Network, Marcia Stop pesticidi, Colli Puri. Il mondo ambientalista lamenta infatti gli effetti della viticoltura intensiva e dell’uso dei pesticidi che caratterizzano la produzione vitivinicola delle colline del trevigiano. Il riconoscimento certamente incentiverà il turismo in quest’area che già ospita 400.000 turisti l’anno Nella descrizione ufficiale dell’Unesco, si legge che “la zona include una serie di catene collinari, che corrono da est a ovest, e che si susseguono l’una dopo l’altra dalle pianure fino alle Prealpi, equidistanti dalle Dolomiti e dall’Adriatico, il che ha un effetto positivo sul clima e sulla campagna. I ripidi pendii delle colline rendono difficile meccanizzare il lavoro e di conseguenza la gestione delle vigne è sempre stata nelle mani di piccoli produttori. Uno straordinario esempio di come questa antica cultura sia fortemente radicata alla sua terra”. «Il blasone Unesco – ha immediatamente dichiarato il presidente del Veneto, Luca Zaia – consacra la particolare conformazione geomorfologica delle nostre colline e il ricamo di coltivazioni vitate, di ciglioni erbosi e terrazzamenti». Ma sulla bellezza paesaggistica prende il sopravvento anche nelle dichiarazioni il dato economico: 464 milioni di bottiglie Doc vendute lo scorso anno, prodotte su oltre 24mila ettari di vigneti tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, circa 2 su 3 vendute all'estero. Si aggiunga poi che sulle colline del Prosecco arrivano ogni anno 400 mila turisti: un numero che certamente ora è destinato a salire (come gli investimenti per trasformare vecchie stalle e casolari abbandonati in moderne strutture ricettive.