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L’inasprimento delle misure di contenimento della pandemia ha messo in difficoltà soprattutto chi vive nei piccoli Comuni: questo il risultato di uno studio condotto dalla Fondazione “Think Tank Nord Est”, che ha misurato la dotazione dei servizi essenziali nei Comuni del Veneto. In 115 Municipi veneti, infatti, i servizi offerti alla popolazione sono particolarmente scarsi. Di conseguenza, per i cittadini residenti in queste località, è stata fondamentale l’introduzione delle deroghe agli spostamenti, a beneficio di chi vive nei Comuni con meno di 5.000 abitanti, in un raggio di 30 km, con il divieto però di raggiungere i capoluoghi di Provincia, in quanto nel luogo di residenza scarseggiano addirittura i servizi essenziali. L’analisi ha definito sei categorie di servizi di prima necessità: negozi alimentari; tabaccherie, edicole e cartolerie; farmacie e parafarmacie; sportelli bancari; uffici postali; scuole. Più scarsa è la presenza di queste attività e più basso è il valore dell’indicatore complessivo. I risultati evidenziano come siano soprattutto i piccoli Comuni montani quelli con le maggiori carenze in termini di dotazione di servizi essenziali. Nel complesso, in Veneto, ci sono ben 80 Comuni senza uno sportello bancario; 48 privi di edicole e tabaccherie; 14 senza una farmacia; 12 sprovvisti di negozi di alimentari; 12 senza scuole. Si tratta di piccolissime località, con meno di 1.000 abitanti, i cui residenti sono costretti a frequenti spostamenti “in deroga”, per poter accedere almeno ai servizi essenziali. «Nonostante la zona arancione – spiega Antonio Simeoni, vice presidente della Fondazione Think Tank Nord Est – a beneficio di chi vive nelle piccole località sono giustamente state introdotte delle deroghe, la cui necessità, tuttavia, certifica che questi Municipi sono un modello non più sostenibile. Governo e Regione dovrebbero sostenere le aggregazioni tra i piccoli Comuni, con l’obiettivo di migliorare i servizi e garantire maggiori opportunità alle aree periferiche. Si tratta di una riforma fondamentale che non vuole cancellare la storia dei luoghi, ma ridefinire un assetto istituzionale del territorio più efficiente».