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Alla notizia del brusco calo del fatturato e degli ordinativi dell’industria italiana , secondo i dati diffusi dall’Istat, fanno eco i dati ugualmente poco confortanti del Veneto sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, presentata dal presidente regionale di Unioncamere, Mario Pozza, ed effettuata su un campione di 1.575 imprese con almeno 10 addetti. Nel quarto trimestre 2018 in Veneto la produzione industriale ha registrato un incremento del +2,2% sull'analogo periodo dell'anno precedente, la minor crescita rispetto ai trimestri precedenti (+3,2% nel primo, +4% nel secondo e +3,2% nel terzo). Un rallentamento quindi che rischia di riportare indietro l’economia veneta se dovesse coniugarsi con l’altro dato diffuso dall’Istat: a livello nazionale gli ordinativi a dicembre sono calati del -1,8% rispetto al mese precedente a causa delle perdite subite sul mercato estero. Ed il Veneto è tra le prime regioni italiane per export, quindi, se venisse a confermarsi per gli ordinativi la flessione su base annua del -5,3%, legata alla cattiva perfomance registrata fuori confine, la sua economia potrebbe risentirne più che in altre parti d’Italia. Frenano soprattutto le imprese maggiori e, come per tutta Italia, è legata alla caduta dell’export Tornando ai dati di Unioncamere, la crescita media della produzione industriale su base annua è mediamente del +3,2%, inferiore rispetto al +4% del 2017. La performance migliore è nelle imprese di piccole dimensioni (+3,2%), seguite dalle medie e grandi imprese (+1,8%). La crescita più marcata ha riguardato i beni di investimento (+4,8%), a seguire i beni intermedi (+2%) e di consumo (+0,4%). A livello settoriale la tendenza positiva è evidente nel comparto del marmo, vetro, ceramica (+4,1%), alimentare, bevande e tabacco (+3,8%), macchine elettriche ed elettroniche (+3,7%), variazioni negative per i mezzi di trasporto (-6,3%), la carta, stampa ed editoria (-2,2%), la gomma e plastica (-0,9%).