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Dall’inizio della crisi innescata dalla pandemia di Covid-19, si è verificato un aumento del numero di dipendenti che effettuano il telelavoro e si prevede che l’uso dello strumento digitale diventerà sempre più comune. Tant’è che il Parlamento europeo ne se è occupato redigendo un progetto di relazione presentato dal relatore maltese Alex Agius Saliba (S&D). Il testo riconosce che la digitalizzazione ha portato molti vantaggi ai datori di lavoro e ai lavoratori, come la flessibilità degli accordi di lavoro, il potenziale per migliorare l’equilibrio tra vita privata e lavoro e la riduzione dei tempi di spostamento. Allo stesso tempo, il maggiore utilizzo degli strumenti digitali ha portato a una cultura 'sempre connessa', con alcuni potenziali svantaggi, come disponibilità costante del dipendente e orari di lavoro lunghi, che offuscano i confini tra vita privata e vita lavorativa e che influiscono sui diritti fondamentali dei lavoratori. Da queste considerazioni deriva l’esigenza di garantire un livello minimo di protezione per i lavoratori nel nuovo mondo del lavoro digitale, mediante una direttiva sul ‘diritto alla disconnessione’ che dovrebbe applicarsi a tutti i lavoratori che utilizzano strumenti digitali nel loro lavoro, compresi lavoratori atipici, e a tutti i settori di attività, sia pubblici che privati. Il dibattito in sede parlamentare ha sottolineato che la legislazione esistente è stata formulata in un momento in cui gli strumenti digitali sul posto di lavoro non erano ancora comuni e deve quindi essere aggiornata. L’UE, è stato detto, dovrebbe promuovere il diritto di disconnettersi e sollecitare le autorità nazionali a introdurre misure per affrontare la questione. Nel suo ruolo di ‘relatrice ombra’, l’italiana Elena Lizzi, eletta nelle liste della Lega, ha sottolineato l’importanza della formazione e dell’informazione per i dipendenti sull’uso e il trattamento della protezione dei dati. Ha anche sottolineato la posizione speciale delle donne che di solito svolgono la maggior parte delle faccende domestiche.