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Secondo un sondaggio del Parlamento europeo, quasi tre europei su quattro ritengono che il piano di ripresa UE consentirà al proprio Paese di riprendersi più rapidamente dalla pandemia: si è infatti rafforzata un questi ultimi, difficili mesi la convinzione che l’Unione europea sia il luogo giusto per sviluppare soluzioni efficaci ed il 72%degli intervistati ritiene che il piano di ripresa dell’UE consentirebbe all’economia del proprio Paese di riprendersi più rapidamente. Anche l’Italia, con il 69%, è in linea con la media europea e gli italiani intervistati che hanno un’immagine positiva o molto positiva dell’UE si assestano al 43%, con 11 punti percentuali di aumento rispetto all’autunno 2019. In Italia, il 52% degli intervistati ritiene che il Paese abbia beneficiato dell’appartenenza all’Unione, innanzitutto in termini di cooperazione tra gli Stati e difesa della pace, maggiori opportunità di lavoro e capacità di far sentire la propria voce nel mondo. Sebbene il dato sia il più basso dell’UE (media UE: 72%), si registra un aumento di dieci punti percentuali rispetto a giugno 2020. «Il messaggio di questo sondaggio – commenta il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli – è chiaro: i cittadini europei sostengono l’Unione europea e ritengono che l’UE sia il posto giusto per cercare soluzioni alla crisi. Ma la riforma dell’UE è chiaramente qualcosa che i cittadini vogliono vedere ed è per questo che dobbiamo lanciare la Conferenza sul futuro dell’Europa il prima possibile». Altri sono invece i dati sulla prospettiva individuale che resta pessimistica di fronte alla pandemia: il 53% degli intervistati a livello UE crede che la situazione economica nel proprio Paese tra un anno sarà peggiore di quanto non sia adesso. Solo un intervistato su cinque (21%) ritiene che la situazione economica nazionale migliorerà nel prossimo anno. Più della metà (52%) si aspetta che le proprie condizioni di vita individuali tra un anno siano le stesse di oggi. Un quarto (24%) ritiene che tra un anno starà anche peggio, mentre il 21% pensa che potrebbe stare meglio.