Economia veneziana? Segnali di recupero più che di ripresa
«Alcune criticità permangono ma il peggio sembra passato – ha sintetizzato Roberto Crosta, segretario generale dell’Ente camerale – si colgono concreti segnali di recupero e il quadro è più incoraggiante dei mesi scorsi. Dopo la frenata del 2009, in cui ha subito una netta contrazione del Prodotto Interno Lordo per la recessione delle economie più avanzate, nel 2010 l’economia mondiale ha mostrato i primi segni di ripresa (secondo il Fondo Monetario Internazionale il PIL mondiale ha registrato una espansione media del 5%), che inducono a ritenere in “retrocessione” la fase più acuta della crisi. L’obiettivo? Innanzitutto far passare il messaggio che fare l’imprenditore è un valore».
In realtà la leggera ripartenza dell’economia non sta ancora andando a braccetto con la crescita dei posti di lavoro, sia perché le aziende rincorrono (bene) la domanda ma senza certezza di continuità, sia perché durante la crisi alcune imprese hanno saputo riprogettarsi e ripartire ma con una minore necessità di manodopera.
Nella provincia di Venezia nel 2010 si sono registrate 5.254 iscrizioni di nuove imprese a fronte di 5.467 imprese che hanno cessato l’attività. In realtà tale -213 unità è dovuto anche alle cancellazioni d’ufficio di attività già cessate da tempo. Al netto di quest’operazione di “pulizia” del Registro Imprese, il saldo è positivo per 289 unità. Del resto, altro punto rilevante, rispetto al 2009 le iscrizioni sono aumentate del 9,4%, più della media regionale (+6%) e nazionale (+6,5%), mentre si rileva il calo delle cessazioni: le imprese veneziane che hanno interrotto l’attività sono diminuite del 6,5% (dell’8,7% senza le cancellazioni d’ufficio), performance anche questa migliore rispetto a quella veneta (-6,1%) e nazionale (-4,3%).
Passando ai vari settori la contrazione tocca le imprese dedite alle attività agricole e della pesca (-4%), il comparto industriale in senso stretto (-0,7%) e le aziende manifatturiere (-1,5%). Tra le altre attività industriali buon incremento delle imprese che operano nella fornitura d’acqua, nelle reti fognarie e raccolta e trattamento dei rifiuti (+27,8%), tengono i settori del commercio che assorbe il maggior numero di imprese attive del Veneziano (il 27,3%) e conserva il proprio stock d’imprese (+0,2%), dei trasporti (+0,7%) e della finanza e assicurazioni (+0,1%). Bene, quindi, le aziende del settore turistico (+2,5%), dei “Servizi alle imprese” (informazione e comunicazione, attività immobiliari, scientifiche, noleggi e servizi di supporto alle imprese; +2,3%) e dei “Servizi alle persone” (tutti i servizi legati a istruzione, sanità, sociale e alla persona in genere, il 5,4% delle imprese della provincia; +3,1%. Un capitolo a sé va dedicato alle sedi d’impresa artigiane, che sono “spalmate” su vari settori (in primis nelle costruzioni) e che segnano un calo dell’1,5%.
Nel Veneziano le attività rimangono concentrate soprattutto nelle imprese individuali, con un’incidenza del 57% del totale, anche se accusano una diminuzione del 2% (833 unità in meno). Sempre d’attualità le problematiche relative alla imprenditoria giovanile, più marcate rispetto al Veneto e al resto d’Italia: a fine 2010 gli imprenditori under 30 in provincia sono 5.330, solo il 4,6% del totale, e continuano a diminuire (-3,8% sul 2009), laddove gli over 70 continuano a crescere: ad incidere sono la età crescente età dell’autonomia dalla famiglia e la disponibilità di capitali che scende in virtù di una minore attitudine al rischio.
Oltre alla performance dei mezzi di trasporto, da segnalare quelle del comparto del tessile, abbigliamento, pelle, da ascrivere quasi esclusivamente all’andamento positivo delle calzature (+13%), e del settore dei metalli e prodotti in metallo le cui esportazioni aumentano del 24,7%. Le importazioni dall’Europa aumentano del 19% (+22,7% dall’Unione Europea), dall’Africa del 16,3%, dall’Asia di 11,4%. A livello di singolo Paese, è la Libia a occupare il primo posto tra i Paesi di provenienza delle importazioni (+31,3% sul 2009), precedendo Germania (da cui la nostra provincia ha importato il 19,3% in più) e Cina (+31,9%): si tratta di petrolio greggio, prodotti dalla raffinazione del petrolio e della siderurgia. Logico che l’attuale conflitto desti molta preoccupazione per la nostra economia.
TURISMO – Dopo un 2009 non brillante ma di tenuta, i flussi turistici della provincia segnano nel 2010 un lieve ridimensionamento dei pernottamenti ma una buona crescita degli arrivi, dovuta però quasi esclusivamente all’ambito territoriale di Venezia (Città d’arte). Nel 2010, le presenze turistiche (33,4 milioni, il 55% del totale regionale) annotano un leggero calo (-0,6%) in confronto al 2009, ma gli arrivi (oltre 7,5 milioni) aumentano di un +4,3%.
Nel complesso i segnali di ripresa trovano conferma dai risultati di Veneto Congiuntura, l’indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere, del commercio al dettaglio e dei servizi, realizzata con cadenza trimestrale da Unioncamere con tutte le Camere di Commercio del Veneto. Per i prossimi sei mesi le attese degli imprenditori del manifatturiero sono orientate ad un certo ottimismo, con saldi positivi per fatturato (+11,4%), produzione (+6,5%), ordini interni (+2,6%) e esteri (+12,9%). Si dimostrano più cauti gli imprenditori che si occupano di commercio al dettaglio, servizi turistici, trasporti e servizi tecnologici.
Alla conferenza stampa tenutasi il 31 marzo a Mestre sono intervenute inoltre la dirigente del Dipartimento “Promozione e Servizi alle Imprese”, Mara Miatton, la responsabile, Laura Osgualdo, e il personale del Servizio Studi e Statistica.
M.D.L.