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Integrazione dei Rom: Commissione europea presenta strategia

06/04/2011
Entro il 2011 ogni Stato dell'UE dovrà presentare una strategia nazionale per l'integrazione dei Rom. La Commissione europea ha appena proposto il quadro europeo per le strategie nazionali di integrazioni dei Rom, che contribuirà a orientare le politiche e a mobilitare i fondi europei disponibili per sostenere le iniziative di inclusione. Il quadro si appoggia su quattro pilastri: accesso all'istruzione, all'occupazione, all'assistenza sanitaria e all'alloggio. Gli obiettivi sono chiari: fare in modo che tutti i bambini Rom completino almeno la scuola primaria, eliminare il divario tra i Rom e gli altri cittadini sul lavoro, e anche sulla sanità, ad esempio riducendo la mortalità infantile tra i Rom, ed eliminare le disparità di accesso all'alloggio e a servizi pubblici come l'acqua e l'elettricità.

Secondo le stime europee, in Italia la popolazione Rom è di circa 140.000 persone, lo 0,23% del totale. In alcuni Paesi come Bulgaria, Slovacchia, Romania o Ungheria questa percentuale sfiora il 10%. Ora, ogni Stato UE deve fissare i suoi obiettivi nazionali di integrazione in funzione della popolazione Rom presente sul suo territorio e della sua situazione di partenza. I 10-12 milioni di Rom europei continuano a subire la discriminazione, l'esclusione e la negazione dei loro diritti, mentre i governi perdono in termini di redditi e produttività sprecando i potenziali talenti di queste popolazioni. Una migliore integrazione economica e sociale è indispensabile.

"Negli ultimi anni, malgrado qualche buona intenzione manifestata dai responsabili politici nazionali, troppo poco è cambiato nelle condizioni di vita della maggior parte dei Rom", ha affermato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria UE per la Giustizia. "Gli Stati membri hanno la responsabilità comune di mettere fine all'esclusione dei Rom dalle scuole, dall'occupazione, dall'assistenza sanitaria e dagli alloggi. È una sfida importante. Per questo motivo stiamo fissando obiettivi per l'integrazione dei Rom e abbiamo bisogno di un impegno esplicito da parte di tutte le capitali, le regioni e le città dell'Europa per metterli in pratica. È ora di andare oltre le buone intenzioni e intraprendere azioni concrete. Lo scopo principale per me è che tutti i bambini Rom completino almeno la scuola primaria".

I Rom in Europa vivono in condizioni socioeconomiche notevolmente peggiori di quelle del resto della popolazione. Solo il 42% dei bambini Rom completa la scuola primaria, rispetto a una media europea del 97,5%. Per l'istruzione secondaria, la frequenza dei Rom è stimata ad appena il 10%. Nel mercato del lavoro i Rom presentano tassi di occupazione più bassi e una maggiore discriminazione. Per quanto riguarda la situazione abitativa, spesso non hanno accesso a servizi essenziali come l'acqua corrente o l'elettricità. Anche dal punto di vista sanitario esiste un divario: la speranza di vita dei Rom è di 10 anni inferiore alla media dell'UE, che è di 76 anni per gli uomini e 82 anni per le donne.

László Andor, Commissario UE per l'Occupazione, gli Affari sociali e l'Integrazione, ha dichiarato: "La persistente esclusione della popolazione Rom è inaccettabile nell'Europa del ventunesimo secolo, basata sui principi dell'uguaglianza, della democrazia e dello Stato di diritto. Negli ultimi anni le condizioni di vita della maggioranza dei Rom e le loro relazioni con il resto della società non hanno fatto che peggiorare".

L'integrazione dei Rom potrebbe offrire notevoli vantaggi economici. Con un'età media di 25 anni contro i 40 anni dell'UE, i Rom rappresentano una percentuale crescente della popolazione in età lavorativa. Secondo le ricerche della Banca mondiale, la completa integrazione dei Rom potrebbe apportare un beneficio di circa 0,5 miliardi di euro l'anno alle economie di alcuni paesi.

L'UE ha già sottolineato più volte la necessità di una migliore integrazione dei Rom (http://ec.europa.eu/roma). La normativa dell'UE (in particolare la direttiva sulla parità di trattamento) obbliga già gli Stati membri a garantire alle minoranze etniche, come i Rom, parità di accesso all'istruzione, all'alloggio, all'assistenza sanitaria e all'occupazione. La Commissione propone soluzioni per un uso più efficace dei fondi dell'UE che possono favorire l'integrazione dei Rom. Gli Stati membri sono invitati a modificare i loro programmi operativi cofinanziati dai Fondi strutturali e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale in modo da sostenere meglio progetti destinati ai Rom. La Commissione intende istituire un solido meccanismo di monitoraggio per misurarne i risultati. L'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali ha un ruolo fondamentale da svolgere, e gli Stati membri sono invitati a designare punti di contatto nazionali incaricati di gestire e monitorare l'attuazione delle strategie nazionali di integrazione dei Rom. La Commissione europea pubblicherà relazioni annuali sui progressi compiuti negli Stati membri.

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