Sì da Comm.ne europea per acquisizione da Fiat in VM Motori
VM Motori progetta e fabbrica una gamma di motori diesel per uso automobilistico, industriale, agricolo, stazionario e marino, ed è attualmente controllata congiuntamente da GM e da Penske Corporation, impresa con sede negli Stati Uniti. General Motors (GM) è uno dei costruttori automobilistici più importanti al mondo e vanta un assortimento di marchi quali Buick, Cadillac, Chevrolet e Opel (quest'ultimo venduto nel Regno Unito con il marchio Vauxhall).
Il 1° gennaio 2011 Fiat ha subito una riorganizzazione aziendale, dando vita a una nuova società, Fiat Industrial S.p.A, per le sue attività di fabbricazione di macchine per l'agricoltura e le costruzioni (CNH) e di veicoli industriali (Iveco). Ciascun azionista Fiat ha ricevuto un'azione in Fiat Industrial S.p.A. per ogni azione detenuta in Fiat. Dal momento che gli azionisti di Fiat e Fiat Industrial erano dunque gli stessi, la Commissione, nel valutare la concentrazione, ha considerato i due gruppi come una singola entità economica. L’esame dell’operazione proposta effettuato dalla Commissione ha evidenziato che la combinazione delle attività di fabbricazione di motori diesel di VM Motori con quelle di Fiat, realizzate da Fiat Powertrain, comporterebbe sovrapposizioni orizzontali relativamente limitate che non danno luogo a riserve sotto il profilo della concorrenza.
La Commissione ha inoltre esaminato l'eventualità che i rapporti verticali, generati dall'operazione proposta, tra le attività di fabbricazione di motori diesel di VM Motori e le attività esistenti di Fiat e Fiat Industrial su un numero di mercati di autoveicoli e componenti per autoveicoli, dessero luogo a riserve sotto il profilo della concorrenza. In tutti i casi, l'esame della Commissione ha scartato tale possibilità, dal momento che Fiat e Fiat Industrial non sarebbero in grado di escludere i loro concorrenti in quanto esistono sufficienti fonti di approvvigionamento alternative. La Commissione ha pertanto concluso che l’operazione proposta non dà luogo a riserve sotto il profilo della concorrenza.
Dal 1989 la Commissione ha la facoltà di valutare le concentrazioni e le acquisizioni alle quali partecipano imprese con un fatturato superiore a determinate soglie. La Commissione approva la grande maggioranza delle concentrazioni senza condizioni e accetta misure correttive o vieta le concentrazioni solo quando l'operazione notificata costituirebbe un ostacolo notevole alla concorrenza, con effetti negativi per i consumatori.
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