1° trimestre 2011 - Movimprese
“Un risultato migliore di quello che dicono i semplici numeri -commenta a caldo Giuseppe Sbalchiero, Presidente regionale di Confartigianato che spiega: le aperture di nuove imprese sono passate dalle 2.417 dello stesso periodo dello scorso anno alle 3.071 di aprile 2011. Un balzo del + 27% che, abbinato ad un leggero decremento delle cessazioni ci fa propendere per un debole segnale di speranza. Inoltre, pur essendo consueto un saldo particolarmente negativo nel primo trimestre dell’anno per una questione di “pulitura” degli archivi movimprese, la flessione negli ultimi quattro anni ha un trend migliorativo (-0,7% quest’anno, -1,27% nel 2010, -1,59% nel 2009, -1,79% nel 2008 e -2% nel 2007)”.
“Altro dato positivo -sottolinea Sbalchiero- è che due tra i principali comparti: il manifatturiero e i servizi alla persona, non hanno fatto registrare riduzioni anomale rispetto agli stessi periodi degli anni precedenti (rispettivamente -0,6% e -0,5%). Mentre continua ad essere pesante la situazione dell’edilizia che con una contrazione di 700 imprese (-1,2%) incide per il 70% al totale delle cessazioni avvenute in regione”.
“La situazione resta comunque difficile –conclude Sbalchiero- ed i segnali che ci arrivano dal Governo non sono incoraggianti. Poca la semplificazione, deboli le politiche di sviluppo (come nel caso del fotovoltaico) e del tutto assente la riduzione delle tasse. Speriamo almeno che il Consiglio Regionale del Veneto approvi, come promesso, in tempi brevi il prolungamento del Piano Casa”.
Entrando nello specifico, alcuni settori importanti per l’artigianato regionale, dall’abbagliamento (-1,5%) al mobile (-1,2%), all’oreficeria (-0,9%), continuano ad essere penalizzati dall’assenza di una politica seria di valorizzazione e salvaguardia del vero made in Italy. Un calo importante lo si è registrato nell’autotrasporto: 135 imprese in meno pari a -1,3% a conferma che la piccola impresa è estremamente sensibile all’imposizione di norme penalizzanti come nel caso specifico la recente riforma del settore e soprattutto all’aumento dei costi (gasolio e pedaggi in particolare). Reggono i servizi sia alla persona che alle imprese.
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