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Cosa attendersi dall'Europa sull'immigrazione?

05/05/2011
L'aspetto forse più interessante – sicuramente il più concreto – della Comunicazione sull'immigrazione appena presentata dall'Unione europea riguarda il calendario di azioni previste per realizzare quella che, da qui a un anno e con l'accordo dei Paesi dell'Unione, sarà una vera e propria politica comune a livello europeo.

Il primo pacchetto di misure è previsto tra tre settimane, per il 24 maggio: obiettivo, garantire un approccio coerente dell'UE in materia di migrazione, mobilità e sicurezza con i paesi del Mediterraneo meridionale. Occorrono misure di breve e lungo periodo. È essenziale in particolare approfondire Il dialogo e la cooperazione con i paesi di origine e di transito dei migranti, basato sulla sicurezza e il buon governo per la definizione di politiche reciprocamente vantaggiose nel settore della migrazione legale.

Tra le proposte saranno presentate dalla Commissione nel corso del 2011 c'è quella che definisce gli obiettivi, gli scopi e la struttura tecnica e operativa del Sistema di Sorveglianza delle Frontiere Europeo (EUROSUR). L'Agenzia Frontex dovrà essere sensibilmente rinforzata sia nella capacità d'intervento che nelle risorse a disposizione.

Attenzione particolare alla gestione dell'accordo di Schengen sulla libera circolazione dei cittadini, che necessita di un miglior coordinamento a livello europeo, come richiesto – tra gli altri – dai leader di Italia e Francia nel recente incontro bilaterale. Ogni anno si registrano circa 650 milioni di attraversamenti dei confini all'interno dell'area Schengen. In particolare, la Commissione attende indicazioni dalle prossime riunioni dei Ministri, sull'eventuale ampliamento delle condizioni per sospendere l'applicazione dell'accordo di Schengen. Ora i singoli Stati possono definire a loro discrezione questi criteri, legandoli comunque a situazioni di eccezionalità.

Un'altra questione è quella del rinforzo dei controlli al confine aumentando la velocità di transito dei viaggiatori con documenti in regola. Un “Sistema europeo di entrata-uscita” permetterebbe la registrazione dei dati di cittadini di stati terzi all’attraversamento del confine; tali dati sarebbero disponibili alle autorità per l’immigrazione e di confine e permetterebbero di stabilire la durata dei visti ed evitare eventuali permanenze prolungate, prima causa di episodi di clandestinità. Per i viaggiatori abituali sarà predisposto, sotto il Programma Registrato del viaggiatore, un controllo automatizzato al confine.

Inoltre, Bruxelles propone una politica comune sui visti all’interno dell’UE, in seguito all’abbattimento delle frontiere interne. Negli ultimi anni in molti Paesi, soprattutto nei Balcani occidentali (Albania, Bosnia- Erzegovina, Macedonia, Montenegro e Serbia), è stato abolito l'obbligo dei visti per entrare nell'UE. Se questo dovesse causare un aumento dei fenomeni di immigrazione irregolare o dovesse mettere a rischio la sicurezza pubblica, l’UE userà tutti i mezzi a sua disposizione, anche cambiando i regolamenti esistenti. Inoltre, le tempistiche di rilascio dei visti a viaggiatori abituali sono ancora troppo lunghe e complesse. A questo scopo, la Commissione proporrà un’armonizzazione dei documenti richiesti e la creazione di centri appositi.

Gli immigrati danno un forte contributo al dinamismo economico e alla creazione di occupazione, e sono una risorsa importante per colmare il vuoto nel mercato del lavoro dell’UE. Inoltre, il tasso di crescita demografica di lungo termine a livello europeo non mostra segnali positivi, se non per il contributo dei nuovi cittadini. Un’altra questione da affrontare è la valorizzazione del capitale umano degli immigrati; si stima infatti che un terzo di essi è più che qualificato per il lavoro che svolge.

Le proposte della Commissione vanno dal permesso singolo, che semplifica le procedure amministrative e fornisce l’insieme dei diritti degli immgrati, allo schema "Blue Card" che facilita il reclutamento di persone altamente qualificate, oltre a una serie di proposte per i lavoratori stagionali e in mobilità aziendale e l'inaugurazione entro fine anno del portale sull’immigrazione.

Integrazione è la parola chiave per l'azione dell'UE. La Commissione su tale tema presenterà a breve un’Agenda Europea per l’Integrazione, basata sullo scambio di buone pratiche, anche a livello locale.

Un altro tema caldo è la garanzia della protezione internazionale alle persone che ne fanno richiesta. Sul sistema comune di asilo, la Commissione europea presenterà entro giugno alcune proposte di modifica delle direttive esistenti, sempre basate sul trattamento equo e adeguate garanzie per i richiedenti asilo e i beneficiari di protezione internazionale e la collaborazione con le autorità nazionali. L'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo, che rafforzerà la cooperazione pratica tra i Paesi dell'UE, sarà operativo da giugno.

Inoltre, la Commissione europea ha proposto nel 2009 un programma comune di reinsediamento dei rifugiati, che deve ancora essere approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, basato sulla solidarietà tra i Paesi dell'Unione. Il reinsediamento è ancora poco utilizzato dai Paesi dell'UE: solo circa 5.000 rifugiati sono stati reinsediati in Europa nel 2010: molto pochi se paragonati ai 75.000 reinsediati negli Stati Uniti nello stesso anno.

Nel lungo termine, però, occorre approfondire le relazioni con i paesi terzi, in particolare quelli che stanno attraversando la transizione verso la democrazia in Nord Africa. Qui le parole d'ordine sono due: la cooperazione per lo sviluppo economico, basata su partenariati più forti di quelli esistenti, e la condizionalità del sostegno europeo legato all'efficacia della lotta all'immigrazione irregolare. In questo contesto, l'UE ha proposto ai paesi del Sud del Mediterraneo di stabilire un dialogo strutturato in materia di migrazione, mobilità e sicurezza in vista della creazione di Partenariati per la mobilità. La Commissione presenterà entro la fine di questo mese una revisione della Politica europea di vicinato e un pacchetto di proposte riguardanti l'approccio dell'Unione europea nel settore della migrazione, mobilità e sicurezza con i paesi del Mediterraneo meridionale. Lo strumento per la politica di vicinato dispone di circa 4 miliardi di euro per il periodo in corso che va fino al 2013.

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