Click Day: Sistri bocciato dal 90,6% delle imprese
Impossibilità di accedere al sistema, snervante lentezza del software, mancata consegna dei dispositivi Usb, call center intasato. Sono i problemi ricorrenti nei commenti degli imprenditori: “Non riesco a entrare, sistema completamente bloccato”, “nuova prova alle 10.03: stesso risultato di un’ora fa”, “quattro ore di lavoro per un’operazione che con il vecchio sistema ci impegnava un paio di minuti”, “tempi inammissibili: minimo mezz’ora per una scheda”, “dalle 10.55 ho provato ripetutamente ma senza successo. Contattato più volte il call center, sempre occupato”, “per 3 operazioni di carico e 3 schede movimentazione, impiegato dalle 10.30 alle 13, cinque volte di più che a mano”, “richiesta di aiuto al call center: tentativi falliti ore 10.40, 11.30, 11.44, 11.57”. Sono 15 invece le operazioni andate a buon fine (9,4%), ma con tempi molto lunghi.
Netta la posizione del presidente di Confindustria Padova Massimo Pavin. «In queste condizioni - dichiara - è impossibile partire dal 1° giugno. Dal ministro dell’Ambiente Prestigiacomo ci aspettiamo una presa d’atto e una scelta di ragionevolezza: sospendere la procedura e prorogare l’avvio del Sistri, fino ad avvenuta risoluzione dei problemi di tenuta del portale. Quello che è apparso non è solo una falla, ma un deficit strutturale del sistema che va quindi ripensato. Deve essere infatti chiaro che dal giorno in cui diventerà obbligatoria e unica la procedura informatica di tracciamento, i problemi devono essere risolti al 100%».
Il presidente di Confindustria Padova rilancia la sua proposta, una proroga dell’avvio del Sistri con partenza scaglionata per tipologia di utente: dal 2012 i cosiddetti “destinatari”, impianti di smaltimento e recupero; dal 2013 i trasportatori; quindi i produttori di rifiuti, cioè le aziende, «quando il sistema sarà stato definitivamente testato e reso affidabile. Se l’obiettivo di combattere le sacche di opacità in un settore sensibile è infatti sacrosanto - conclude Pavin - le imprese non possono pagare ancora una volta sulla loro pelle il costo delle inefficienze».