Sicurezza idrogeologica: bisogno di princìpi comuni
'Se non vogliamo che il destino di buona parte del nostro territorio sia già scritto, non solo dobbiamo intervenire, con urgenza, sul contingente, ma dobbiamo riflettere sulla pianificazione territoriale complessiva. Nel Veneto come in Italia – sottolinea, intervenendo a Padova – l’anello debole è il mancato coordinamento fra i vari piani (P.G.B.T.T., P.A.T., P.A.T.I., P.T.C.P., P.T.R.C., Piani di Assetto Idrogeologico, ecc.) mirati all’assetto del territorio. Non solo, ma è stata bloccata la pianificazione di bacino, nonostante sia prevista a livello europeo. E’ da lì che bisogna ricominciare assumendo, come elemento base di pianificazione, il distretto idrografico.' A tal proposito, Martuccelli lancia una proposta: 'Bisogna individuare un momento di confronto e coordinamento per condividere i principi di pianificazione territoriale; lo si potrebbe creare “a latere” della Conferenza Stato-Regioni-Autonomie Locali che assicuri anche il coordinamento con i Piani a livello di distretto idrografico. A seguire – prosegue il Direttore Generale A.N.B.I. - bisognerà pensare alla gestione degli interventi, secondo un modello di federalismo cooperativo, che vede, tra i protagonisti, i consorzi di bonifica, quali istituzioni di autogoverno diffusamente presenti sul territorio, forte espressione di sussidiarietà, che svolgono una fondamentale funzione di presidio sul territorio. Infine c’è il capitolo finanziamenti, indispensabili per realizzare una irrinunciabile prevenzione idrogeologica che riduca il rischio idraulico. E’ sempre una questione di scelte strategiche: o l’assetto e la gestione del territorio vengono assunti, come priorità vera o i rischi aumenteranno.'
foto del Direttore Generale Martuccelli