Batterio killer: panico costa 3 mln/giorno a Made in Italy
01/06/2011
Dopo le rassicurazioni del Ministero della Salute, l’unico vero pericolo che corre l’Italia è il danno economico al Made in Italy provocato ingiustamente dal panico indiscriminato in Germania con il blocco delle spedizioni nazionali che sta provocando perdite di 3 milioni di euro al giorno. E’ quanto stima la Coldiretti in riferimento all’epidemia del batterio E.coli che sembra essere stata provocata in Europa dal consumo di cetrioli contaminati provenienti dalla Spagna che ha causato morti in Germania che è il principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane di ortofrutta. Il crollo dei consumi di frutta e verdura in Germania e in altri Paesi europei cade in una stagione importante per la produzione nazionale di frutta e verdura che - sottolinea la Coldiretti - rappresenta la voce piu’ importante delle esportazioni agroalimentari con un valore per un valore complessivo di 4,1 miliardi di euro, superiore a quello del vino. Occorre fare immediata chiarezza sull’evoluzione dell’ epidemia per superare una psicosi che rischia di essere devastante per la salute e per l’economia. Fortunatamente – continua la Coldiretti - al momento non si sono riscontrati effetti negativi sul consumi di cetrioli ed altri tipi di verdure in Italia anche grazie alle positive rassicurazioni sul fatto che nessun caso di infezione legato ai cetrioli contaminati arrivati dalla Spagna e' stato finora segnalato in Italia e all’avvio di controlli a tappeto sui prodotti importati con sequestri preventivi. Il 91 per cento degli italiani si fida di piu’ del cibo prodotto in Italia perché è ritenuto piu’ fresco (25 per cento), garantito da maggiori controlli (25 per cento) ed è piu’ sicuro perché rispetta leggi piu’ severe (19 per cento), secondo una indagine Coldiretti/Swg. Grazie alla battaglia della Coldiretti per la trasparenza dell’informazione è possibile riconoscere su tutti i banchi di mercati, negozi e supermercati la provenienza della frutta e verdura in vendita poiché è in vigore l’obbligo di riportare le informazioni relative all'origine, alla categoria, alla varietà, nonché al prezzo della frutta e verdura messe in vendita sia nel caso di prodotti confezionati che in quelli venduti sfusi, per i quali possono essere utilizzati appositi cartelli o lavagnette. L’Italia ha importato cetrioli e cetriolini dalla Spagna per un quantitativo che ha superato gli 8 milioni di chili nel 2010 con l’ ortofrutta fresca - conclude la Coldiretti – che rappresenta una delle principali voci per un valore di 591 milioni di euro, mentre in questo momento il nostro Paese è invaso da pesche, albicocche, ciliegie e susine provenienti dalla penisola iberica.