L’UE ha avviato le prove di stress sulle centrali nucleari
Günther Oettinger, commissario europeo per l’energia, ha dichiarato: “Sono soddisfatto dell’accordo raggiunto dalla Commissione e dagli Stati membri sulle verifiche dei rischi e dei livelli di sicurezza delle centrali nucleari, che reputo complete e di vasta portata. Non risparmieremo gli sforzi per attuare le più rigorose norme di sicurezza alle centrali nucleari in Europa e nei paesi limitrofi. Inizia ora la parte più difficile: far rispettare tali criteri con tutto il rigore necessario”.
La Commissione europea e il gruppo di esperti sulla sicurezza nucleare e la gestione dei rifiuti si sono accordati sulla portata e le modalità di un’ampia valutazione di rischio e sicurezza presso le centrali nucleari in tutta l'UE. Le prove di stress consistono in riesami dei margini di sicurezza di tali impianti. Al fine di garantire norme di sicurezza più rigorose a livello mondiale, l’UE trae insegnamenti da quanto accaduto a Fukushima e incentra le prove su tutti i tipi di catastrofi naturali, tenendo conto anche degli effetti degli eventi umani. Oggi sono 14 i Paesi dell'UE che producono energia da centrali nucleari, e il dibattito sulla materia è aperto come non mai. È di pochi giorni fa la decisione del governo tedesco di bloccare l'attività delle centrali, mentre in Italia tra poche settimane si terrà un referendum in materia.
Tutti gli aspetti sulla sicurezza, come la prevenzione di attacchi terroristici, saranno trattati separatamente, in seguito a discussioni con gli Stati UE. Gli stress test che partono domani comprendono una valutazione preliminare eseguita dagli operatori delle centrali nucleari, basata su documenti, studi e piani a sostegno definiti a livello UE. Seguirà una relazione, redatta a livello nazionale, per verificare se le risposte degli operatori delle centrali nucleari sono credibili; infine, una valutazione paritaria (peer review), eseguita da gruppi multinazionali, esaminerà le relazioni nazionali. La Commissione europea lavorerà inoltre a stretto contatto con i paesi extraeuropei, con i quali sta lavorando per una valutazione anche delle loro centrali nucleari. Si tratta nella fattispecie di Svizzera, Russia, Ucraina e Armenia.
Il Consiglio europeo, che ha esortato a intraprendere in via prioritaria le azioni necessarie per effettuare tali controlli, valuterà le conclusioni entro la fine del 2011 sulla base della relazione della Commissione.
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