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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Reyer, in serie A sale solo Casale. Per ora…

24/06/2011
L’amarezza inevitabilmente è forte, a maggior ragione per l’oggettiva evidenza che sarebbe bastato poco, pochissimo, per conquistarla questa serie A. L’Umana Reyer ieri sera ha ceduto per 90-86 nella tana della Fastweb Casale, a segno in gara5 e quindi per 3-2 nella serie di finale dei playoff di Legadue. Un verdetto che non è certo scandaloso, anzi: sul parquet l’ha spuntata la squadra che per tutta la stagione è stata più “democratica” al suo interno, con responsabilità offensive – tanto per cominciare – equamente distribuite tra i ragazzi allenati da Marco Crespi. La Reyer, invece, in estate aveva fatto una scelta differente, consapevole di voler puntare tutto o quasi su tre stranieri di primissima fascia, probabilmente i migliori della Legadue. Il problema però, come si è visto per tutto l’anno, è che quando anche uno solo tra Clark, Young e Slay non girava a dovere la coperta si accorciava, e non di poco. In finale contro Casale coach Andrea Mazzon non ha mai potuto schierare l’infortunato Young (senza dubbio il più leader di tutti, non a caso giocatore del decennio in Legadue), Clark è andato a corrente alternata, mentre da Harris – sostituto di Young – era in tutta onestà ingeneroso pretendere di più. Alla fine la squadra più squadra ha vinto, ma una Reyer pur imperfetta è stata lì fino all’ultimo, dimostrando sul piano del cuore di avere qualcosa in più, ma ciò non è stato sufficiente. A 6’ e 35’’ dalla sirena di gara5 la Fastweb era a +16 (70-54), ma i lagunari, come hanno fatto tante altre volte nei playoff, non si sono arresi. Non a caso a -26’’ il tabellone indicava 85-83 per i piemontesi. Poi è andata come andata… Ovviamente il cerchio non si è chiuso e il famoso conto (la Reyer fallì nel ’96 dopo aver conquistato la promozione in A1) con gli dei del basket rimane aperto. Ma non solo con loro. Ora, infatti, la palla passa agli avvocati del patron Luigi Brugnaro che in tempi non sospetti avevano presentato ricorso contro Teramo per essersi avvalso, fuori tempo massimo, della “wild card”. Da quest’anno i vertici del basket italiano hanno ritenuto di dover inventare un escamotage per consentire, alla formazione retrocessa sul campo dalla serie A alla Legadue (Teramo appunto), di evitare il verdetto pagando una “tassa” di 500 mila euro. Denari che, nel caso specifico, finirebbero nella casse della Reyer come risarcimento per la sua non-promozione nonostante l’approdo in finale-playoff di Legadue. Ebbene, Teramo parrebbe proprio non aver rispettato i termini, quindi è tutt’altro che da escludere un ripescaggio della Reyer in una serie A che salirebbe giocoforza da 16 a 18 squadre. Un regolare papocchio all’italiana, insomma. Un modo di intendere lo sport sempre più “commerciale”, non a caso contestato dalle tifoserie di tutta la Legadue durante la stagione.

Ad ogni modo, parlando solo di basket giocato, ai ragazzi di Mazzon non pare esserci granché da imputare. Dovevano arrivare in fondo e ci sono arrivati, la differenza l’ha fatta qualche dettaglio e un pizzico di fortuna in meno (vedi il ko di Young) a sfavore della Reyer. Il futuro? La promozione in serie A avrebbe finalmente costretto l’amministrazione comunale a guardare in faccia, per la prima volta, il serio problema di un palasport (il Taliercio) che non basta più. Ma forse, come detto, la Reyer tra qualche settimana potrebbe dimostrare le sue ragioni e ritrovarsi con merito in serie A. E a quel punto sì, in tutti i sensi, ne vedremo delle belle…

M.D.L.



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