Questo sito utilizza cookies di terze parti per la condivisione degli articoli    accetta rifiuta Informativa

Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

Agenzia giornalistica, radiotelevisiva e di comunicazione

Venezia, gli scavi svelano nuovi tesori e antiche polemiche

24/06/2011
Venezia, gli scavi svelano nuovi tesori e antiche polemicheA volte c’è chi ha contestato l’espressione, riferita alla città di Venezia, di “museo a cielo aperto”. Comunque la si pensi una cosa è certa, ovvero che la Serenissima non finisce, e probabilmente non finirà mai, di sorprendere e meravigliare. Infatti, nel corso dei sondaggi archeologici condotti nell’ambito delle attività in corso per il consolidamento del campanile di San Marco, sono emerse alcune strutture edilizie legate alla storia della Piazza e riconducibili al periodo compreso tra la fine del XII e la seconda metà del XIX secolo. In particolare hanno rivisto la luce tre diversi strati di altrettante pavimentazioni, antecedenti a quella attuale fatta di masegni e listoni in pietra d’Istria posati tra il 1887 e il 1889. Prima la Basilica e le Procuratie faceva da contorno ad un tappeto di mattoni rossi del 1725 che, con la pioggia o l’acqua alta, regalavano alla piazza un contrasto bianco-rosso che aveva fatto breccia nel cuore dei veneziani. Tuttavia sul finire del 1800 si fece largo la necessità di allestire una pavimentazione più robusta, in masegni appunto, ma non fu per niente facile far digerire ai cittadini il nuovo “quadro cromatico” bianco-grigio. Non a caso le polemiche fioccarono all’epoca. Prima dei mattoni rossi a San Marco, nel ’600 si passeggiava su laterizi a spina di pesce, nel ’400 invece su liste di pietra d’Istria con intersezioni in marmo scuro, ancora prima – nel 1100 – su mattonelle separate da liste di trachite. Ma ancor più a ritroso sono state rinvenute tracce dello strato di terra battuta.

La scoperta di questi tre strati di vecchie pavimentazioni ha consentito, soprattutto, di ufficializzare che: «Fino al 1172 Piazza San Marco era formata da 4 isole e due canali – ha spiegato Marco Bortoletto, archeologo incaricato responsabile dell’intervento alla base del campanile – uno dei quali, il rio Batario la tagliava in due parti in senso est-ovest dalle Procuratie Nuove a quelle Vecchie. Il Doge Sebastiano Ziani e il Maggior Consiglio, al termine di una sorta di “G8” dell’epoca con il Papa Alessandro e l’Imperatore Federico Barbarossa, pensò di interrare il Rio Batario per aumentare il plateatico della Piazza, abbattendo anche la chiesetta di San Giminiano che sorgeva innanzi all’attuale affaccio del Museo Correr». Scoperte a loro modo sensazionali che consentono di fare ulteriore chiarezza sulla storia di Venezia, “giustificando” finalmente quanto raffigurato in numerosi dipinti, ad esempio del Bellini. Ma non è tutto qui. «Gli scavi ci hanno consentito di sfatare anche alcune delle “leggende metropolitane” tramandatesi nel tempo – ha aggiunto Bortoletto – Tanto per cominciare a non è mai esistita una terza colonna “del Todaro”, mentre proprio nella zona tra Palazzo Ducale e il Museo Archeologico Nazionale, quindi delle Due Colonne, vi era una vera e propria darsena. E ancora non abbiamo ritrovato nessuna traccia dei tronchi di 4 metri sui quali poggerebbe il campanile di San Marco: una struttura tanto imponente è retta da tronchi al massimo di 2 metri, ma mediamente di un’ottantina di centimetri piantati in maniera opportunamente “densa”». Tutte queste attività archeologiche sono condotte con il coordinamento degli archeologi del Consorzio Venezia Nuova (per conto del Magistrato alle Acque di Venezia e in stretto coordinamento con la Procuratoria di San Marco) e la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto.

«L’interesse e la curiosità per “quello che c’è in piazza” non accenna a diminuire – ha ammesso Patrizio Cuccioletta, presidente del Magistrato alle Acque di Venezia – Tale ritrovamento ci ha sorpreso ed è il risultato di un progetto avviato vent’anni fa, per la salvaguardia della Laguna, e che in tutti questi anni ci sono stati 300 ritrovamenti archeologici».

M.D.L.



Asterisco Informazioni
di Fabrizio Stelluto
P.I. 02954650277


e-mail:
info@asterisconet.it
redazione@asterisconet.it
telefono:
+39 041 5952 495
+39 041 5952 438
fax:
+39 041 5959 224
uffici:
via Elsa Morante 5/6
30020 Marcon (Ve)
Cartina

Questo sito è aperto a quanti desiderino collaborarvi ai sensi dell'art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana che così dispone: "Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni mezzo di diffusione".
La pubblicazione degli scritti è subordinata all'insidacabile giudizio della Redazione; in ogni caso, non costituisce alcun rapporto di collaborazione con la testata e, quindi, deve intendersi prestata a titolo gratuito.
Notizie, articoli, fotografie, composizioni artistiche e materiali redazionali inviati al sito, anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

  • Asterisco Informazioni
  • Direttore:
    Fabrizio Stelluto
  • Caporedattore
    Cristina De Rossi
  • Webmaster
    Eros Zabeo
  • Sede:
    via Elsa Morante, 5/6
    30020 Marcon
    Venezia
  • Informativa cookies