Venezia, gli scavi svelano nuovi tesori e antiche polemiche
La scoperta di questi tre strati di vecchie pavimentazioni ha consentito, soprattutto, di ufficializzare che: «Fino al 1172 Piazza San Marco era formata da 4 isole e due canali – ha spiegato Marco Bortoletto, archeologo incaricato responsabile dell’intervento alla base del campanile – uno dei quali, il rio Batario la tagliava in due parti in senso est-ovest dalle Procuratie Nuove a quelle Vecchie. Il Doge Sebastiano Ziani e il Maggior Consiglio, al termine di una sorta di “G8” dell’epoca con il Papa Alessandro e l’Imperatore Federico Barbarossa, pensò di interrare il Rio Batario per aumentare il plateatico della Piazza, abbattendo anche la chiesetta di San Giminiano che sorgeva innanzi all’attuale affaccio del Museo Correr». Scoperte a loro modo sensazionali che consentono di fare ulteriore chiarezza sulla storia di Venezia, “giustificando” finalmente quanto raffigurato in numerosi dipinti, ad esempio del Bellini. Ma non è tutto qui. «Gli scavi ci hanno consentito di sfatare anche alcune delle “leggende metropolitane” tramandatesi nel tempo – ha aggiunto Bortoletto – Tanto per cominciare a non è mai esistita una terza colonna “del Todaro”, mentre proprio nella zona tra Palazzo Ducale e il Museo Archeologico Nazionale, quindi delle Due Colonne, vi era una vera e propria darsena. E ancora non abbiamo ritrovato nessuna traccia dei tronchi di 4 metri sui quali poggerebbe il campanile di San Marco: una struttura tanto imponente è retta da tronchi al massimo di 2 metri, ma mediamente di un’ottantina di centimetri piantati in maniera opportunamente “densa”». Tutte queste attività archeologiche sono condotte con il coordinamento degli archeologi del Consorzio Venezia Nuova (per conto del Magistrato alle Acque di Venezia e in stretto coordinamento con la Procuratoria di San Marco) e la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto.
«L’interesse e la curiosità per “quello che c’è in piazza” non accenna a diminuire – ha ammesso Patrizio Cuccioletta, presidente del Magistrato alle Acque di Venezia – Tale ritrovamento ci ha sorpreso ed è il risultato di un progetto avviato vent’anni fa, per la salvaguardia della Laguna, e che in tutti questi anni ci sono stati 300 ritrovamenti archeologici».
M.D.L.