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Pizzi Cannella. Bon à tirer

30/06/2011
Pizzi Cannella. Bon à tirerLa Galleria d’Arte Moderna del Comune di Udine rinnova anche quest’anno il suo incontro con le più valide espressioni della ricerca incisoria italiana. Verrà inaugurata sabato 2 luglio alle 18 presso il museo di via Ampezzo, la mostra “Pizzi Cannella. Bon à tirer. Incisioni dalla stamperia Albicocco (2002-2010)”.

L’esposizione, visitabile fino al 30 settembre, si compone di quarantanove incisioni inedite del famoso artista udinese, ma romano di adozione, che alle spalle ha un curriculum di esposizioni che spazia, tanto per citare solo alcuni casi, da New York alla biennale di Venezia, dal Macro di Roma a Madrid come ospite di Achille Bonito Oliva.

Le opere in mostra sono realizzate impiegando tecniche varie (acquaforte-acquatinta, puntasecca, maniera a zucchero, carborundum) e stampate dall’artista a Udine, presso la Stamperia d’Arte di Corrado Albicocco, a partire dal 2002 e per lo più nel corso del 2010. In questa sequenza l’artista propone, attraverso una personale cifra linguistica, i temi caratterizzanti la sua ricerca pittorica, tra evocazioni simbolico figurative, scrittura e suggestioni spaziali, imperniati su oggetti legati alla quotidianità esistenziale e a presenze simboliche, spaziando dal microcosmo alla più ampia dimensione architettonica, in parallelo ai suoi cicli pittorici e grafici.

In occasione della mostra, organizzata d’intesa con la Stamperia Albicocco, e con il patrocinio dell’Istituto Nazionale per la Grafica, verrà pubblicato un catalogo con testi di Roberto Budassi e Isabella Reale e un’intervista dell’artista, per le edizioni Gaspari, l’artista donerà due suoi disegni e una grafica per le collezioni del Museo.

Così, dopo le personali su Frangi e su Pignatelli, organizzate dalla Gamud e finalizzate all’arricchimento e aggiornamento della ricca collezione di grafica otto e novecentesca conservata dal museo udinese, anche quest’anno si rinnova l’incontro tra la Galleria d’arte moderna con le più valide espressioni della ricerca incisoria italiana, stavolta dedicata a Piero Pizzi Cannella.

La mostra, come ricordato, sarà visitabile fino al 30 settembre ogni giorno (ad eccezione del martedì) dalle 10.30 alle 19.

Piero Pizzi Cannella nasce a Rocca di Papa (Rm) nel 1955. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Roma e in seguito alla facoltà di Filosofia dell’Università La Sapienza. L’esordio artistico data al 1977 in pieno clima postconcettuale con una personale alla galleria La Stanza di Roma. Nel 1983 l’artista stabilisce lo studio nell’ex pastificio Cecere nel quartiere romano di San Lorenzo utilizzato anche da Nunzio, Ceccobelli, Dessì, Gallo e Tirelli, artisti che compongono il gruppo di San Lorenzo e diventano tra i più significativi rappresentanti del ritorno alla pittura del periodo dopo le intense sperimentazioni mediali del decennio precedente. Nel 1984 Pizzi Cannella è invitato da Achille Bonito Oliva, il critico fautore della Transavanguardia, alla mostra Ateliers di Madrid e collabora con la galleria L’Attico di Fabio Sargentini che da quel momento diventa la sua galleria di riferimento. In queste occasioni presenta opere caratterizzate da una densa materia pittorica stesa per strati in cui gli oggetti assumono una valenza iconica ed emergono lentamente dal fondo. Tra anni Ottanta e Novanta Pizzi Cannella espone in numerose mostre in Italia e all’estero (all’Annina Nosei Studio di New York, alla Folker Skulima Galerie di Berlino, alla Galleria Triebold di Basilea, allo Studio di Meo a Parigi, alla Cannaviello di Milano, allo Scudo di Verona etc.) e articola la sua ricerca per cicli (Sospeso per amore, Ferri battuti, Fiori secchi, Gioielli, per esempio).

Nel 1993 è invitato alla XLV Biennale di Venezia e tre anni dopo alla Quadriennale di Roma. Nel 1997 la città di Siena gli ha dedicato la prima antologica allo Spedale Santa Maria della Scala. Più recentemente (2006) ha esposto in una personale al Macro e in una retrospettiva dedicata dal Mart (2009) al gruppo di San Lorenzo. Nel corso degli anni Pizzi Cannella ha elaborato un linguaggio rarefatto e suggestivo, composto da segni e forme riconoscibili su fondi monocromi lavorati con pennellate gestuali. La componente evocativa del suo lavoro emerge, in particolare, nel ciclo Le mappe del mondo (2004) dove l’artista riporta sulla tela i profili delle mappe che poi contamina con numeri, scritture e colature di colore. Oltre alla pittura, Pizzi Cannella ha sempre dato molta importanza alla tecnica del disegno e dell’incisione realizzando numerosi libri d’artista. Presente nei maggiori musei d’arte contemporanea italiana, l’artista vive e lavora a Roma.

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