Fondi europei per crescita e imprese: il budget del futuro
Un aumento da 54 a 80 miliardi di euro è previsto per il settore della ricerca e dell'innovazione, fattori essenziali per la competitività dell'economia europea. Serve una nuova rivoluzione industriale per crescere con meno emissioni, risparmio e riciclo di risorse, e tecnologie più pulite ed efficienti di cui l'Europa è leader. È essenziale fare ricerca a livello europeo, evitando duplicazioni e mettendo in comune le abilità e conoscenze esistenti. un valore aggiunto alla nostra competitività. L’impatto dell’attuale VII Programma Quadro (54 miliardi di euro) rappresenta circa 1 milione di posti lavoro, un aumento del PIL del 0.96%, un incremento dell’1.57 nelle esportazioni. I nuovi fondi per R&S e innovazione saranno più accessibili per le PMI e spingeranno settori chiave quali le tecnologie abilitanti fondamentali o la green economy.
Il programma per la competitività e le PMI gestito direttamente da Bruxelles salirà a circa 2.4 miliardi euro, oltre il doppio rispetto alla dotazione attuale. Il quadro di riferimento politico per questo strumento è lo Small Business Act dell'UE, che raccoglie le priorità d'intervento per la competitività, la semplificazione, l'internazionalizzazione e l'accesso al credito. Buona parte del programma sarà utilizzato come garanzie per prestiti oppure operazioni di venture capital erogati dalla Banca Europea d'Investimenti (BEI) con un effetto leva per decine di miliardi di euro. Si stima che ogni PMI che beneficia di un prestito agevolato grazie alla Commissione crei 1.2 nuovi occupati. Con l'attuale programma si arriverà a finanziare circa 250.000 PMI.
Anche il turismo ha un grande potenziale per l'economia europea. Attualmente supera il 4% del PIL con 2 milioni di imprese e il 4% dell'occupazione (circa 8 milioni di posti). Indirettamente genera l'11% del PIL e il 12% dell'occupazione. Con i fondi previsti nel programma Competitività e nei Fondi Regionali si potranno promuovere maggiori presenze dai paesi terzi e incrementare forme di turismo anche in bassa stagione.
Le risorse per le infrastrutture saliranno da 12 miliardi a 47 miliardi di euro, e riguarderanno lo spazio, attraverso la finalizzazione del sistema europeo di navigazione satellitare Galileo, prima vera infrastruttura spaziale, ed EGNOS, il sistema di intensificazione del segnale GPS per l'area europea. Sono 7 i miliardi di euro proposti, con un risparmio di mezzo miliardo realizzato rispetto alle ultime previsioni, per completare la costellazione di trenta satelliti e coprire i costi di gestione fino al 2020. I benefici per l'economia UE sono stimabili in 90 miliardi di euro nei prossimi 20 anni.
Sui trasporti, lo sviluppo di una rete di trasporti transeuropea tra il 2014-2020 può generare oltre 2.9 milioni di posti lavoro ed eliminare numerosi nodi che penalizzano soprattutto alcuni paesi periferici, tra cui l'Italia. Tra i progetti per cui sono previsti stanziamenti gli assi Torino - Lione, Palermo - Berlino, Genova - Rotterdam e la dorsale Adriatica. Anche lo sviluppo e la modernizzazione delle infrastrutture per l’energia sarà al centro del nuovo bilancio, per consentire più sicurezza di approvvigionamento e utilizzo di energie rinnovabili. Inoltre, per fare in modo di non perdere la spinta competitiva europea nei prossimi 10 anni, la Commissione sta lavorando per abbattere la frammentazione e stabilire un Mercato Digitale Unico, e in generale rafforzare il mercato unico per i servizi.
Le due politiche comuni più "classiche", quella agricola e quella per la coesione regionale, continueranno ad essere finanziate, ma in un modo sempre più collegato agli obiettivi generali di competitività e sostenibilità. Il 70% del fondo pubblico per l’agricoltura e lo sviluppo agricolo in Europa deriva dal budget UE. La spesa di circa 55 miliardi di euro all’anno sostituisce quella nazionale, cosa che non succede per altri settori. In questo settore la priorità sarà quella di elevare la qualità e la sicurezza del cibo nei piatti dei cittadini. Il budget per la PAC dovrebbe diminuire da 416 a 382 miliardi, secondo la proposta europea.
Quello per le politiche di coesione regionali dovrebbe passare, secondo la proposta, da 347 a 336 miliardi, e diventare una vera politica di investimento su tutte le regioni d'Europa, rafforzando il Mercato Unico, che rappresenta il 60-80% delle esportazioni degli Stati Membri. Gli strumenti di questa politica strutturale saranno il Fondo Sociale, quello di sviluppo regionale e quello sull'adeguamento alla Globalizzazione, che nei pochi anni d'esistenza ha già formato e assistito 75000 lavoratori europei che hanno perso il loro lavoro.
Sale infine la disponibilità per le politiche dell'UE sullo scenario internazionale, da 56 a 70 miliardi, con un accento sulla competitività delle imprese europee rispetto ai partners commerciali. Quanto agli interventi sulla gestione dei flussi migratori, i fondi sull'immigrazione e la gestione delle frontiere dovrebbero aumentare di circa il 60%.