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Asterisco Informazioni di Fabrizio Stelluto

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Expert Panel on Service Innovation in the Eu

06/07/2011
Una politica industriale per i servizi innovativi, in Italia e in Europa, per liberarne il potenziale, invertire la crescita anemica del manifatturiero e di altri settori, come sanità, trasporti, energia, giustizia. E puntare con decisione gli obiettivi di crescita di Europa 2020. È l’appello rivolto a Padova da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici nazionale e del Veneto, in occasione della presentazione del Rapporto conclusivo dell’Expert Panel on Service Innovation in the Eu, promossa dalla Commissione Europea e da Confindustria SIT, con il patrocinio dell’Agenzia per la Diffusione delle Tecnologie per l’Innovazione e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Alla presentazione sono intervenuti Francesco Peghin Vice Presidente Confindustria Veneto, Gianni Potti Presidente Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici del Veneto, Luigi Perissich componente dell’Expert Panel e Thomas Heinemeier della DG Imprese e Industria della Commissione Europea. Su “Innovare per non arretrare” è intervenuto Davide Giacalone Presidente Agenzia per la Diffusione delle Tecnologie per l’Innovazione, le conclusioni sono state affidate a Ennio Lucarelli Vice Presidente Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici.

Il peso dei servizi ad alta intensità di conoscenza, determinanti per il successo dei prodotti manifatturieri, è stato sottolineato, è ancora insufficiente sulla nostra economia rispetto ad altre realtà europee. Ciò spiega molte delle difficoltà che vive attualmente l’Italia nel mettersi sulla via della crescita. Rovesciare la tendenza è obiettivo ambizioso, ma possibile.

“Il Rapporto evidenzia come la natura dell’innovazione stia cambiando” - sottolinea Luigi Perissich componente dell’Expert Panel -. “È sempre più legata al modo in cui le imprese sfruttano le nuove tecnologie non solo per sviluppare nuovi prodotti e servizi, ma anche nuovi canali di mercato, nuove strutture organizzative e nuovi modelli di business. L’innovazione dei servizi applicata al manifatturiero può garantire quindi maggiore efficienza, nuova occupazione e una produttività sempre più forte. Lo dimostrano i dati. C’è, per esempio, ancora una grande gap tra Europa e Usa nell’utilizzo dei servizi innovativi nei servizi locali a favore dei cittadini. L’innovazione dei servizi è una delle chiavi per raggiungere gli obiettivi di crescita di Europa 2020». Una sfida ambiziosa, specie in questa fase di manovre restrittive. «Proprio questo dovrebbe suggerire un’accelerazione - aggiunge Perissich - e di guardare le politiche industriali con la lente dei servizi. Così si possono creare le condizioni per mantenere in Italia e in Europa un manifatturiero forte e sostenibile”.

Un modello di integrazione che vanta già casi di eccellenza, anche in Veneto. Come l’azienda padovana di arredamento e mobili di design LAGO, che ha presentato, tra le altre iniziative, “l’Appartamento-Lago temporary shop”, un progetto nato in occasione del Salone del Mobile 2009 su come ridefinire e reinventare gli spazi preposti alla vendita e al contatto azienda-consumatore-prodotto.

“Lo sviluppo e la competitività dell’economia europea, come ha individuato l’Expert Panel, dipenderanno sempre più da processi che favoriscano l’innovazione nell'organizzazione aziendale, nella logistica, nei modelli di business e la penetrazione delle tecnologie digitali in tutti i settori di attività” - sottolinea Ennio Lucarelli Vice Presidente Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici- “Al centro di questa nuova politica industriale vi sono le Pmi, protagoniste del nostro tessuto produttivo, che pur avendo grandi potenzialità di fare innovazione, si trovano spesso penalizzate dalla dispersione e dalle difficoltà nel trovare canali di sostegno e fonti di finanziamento. Oggi è fondamentale giungere a una collaborazione sistematica fra gli attori promotori dell’innovazione sul territorio quali le Regioni, le rappresentanze delle imprese e le istituzioni nazionali, è inoltre necessario armonizzare nei programmi comunitari di finanziamento dei progetti di ricerca e innovazione”.

“Sarà l'integrazione di tecnologie e infrastrutture avanzate con i servizi informatici, di comunicazione, consulenza, qualità, logistica e altri, il fattore chiave per promuovere il passaggio delle imprese e delle PA verso processi più efficienti, per creare nuovi servizi, nuovi modelli di business e nuovi canali di mercato”, sottolinea Francesco Peghin, Vice Presidente di Confindustria Veneto.

“L'innovazione ha un enorme potenziale in termini di crescita, posti di lavoro e miglioramento della qualità di vita. L’iniziativa di oggi avvia un percorso che mira ottenere dalla Regione Veneto e dall'Unione Europea misure volte a sostenere l'integrazione tra tecnologie innovative e processi produttivi tradizionali” – spiega Gianni Potti, Presidente Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici del Veneto -. “Le politiche industriali devono contribuire a un cambio di mentalità nelle imprese, nel privato e nel pubblico, per innovare settori come il turismo, la sanità, i trasporti, l'istruzione. Negli ultimi anni in Veneto sta crescendo l’integrazione tra manifatturiero e terziario innovativo, in particolare nei comparti Ict e Tlc. Questa integrazione, se supportata da politiche europee, può essere un fattore di crescita della produttività. Si potrebbero inserire nei bandi pubblici requisiti legati ai servizi innovativi, per portare l’innovazione tecnologica nelle PA. Una cosa è certa: per quanto ci riguarda, vogliamo partecipare alla definizione delle politiche industriali ad ogni livello, regionale, nazionale ed europeo. È questa la sfida lanciata da Padova”.

“Non è possibile, se si vuole l’efficienza nell’innovazione, permettersi il lusso di far coesistere il vecchio e il nuovo o consentire ancora a lungo il conflitto tra possibilità potenziali ed effettivo utilizzo delle innovazioni di prodotto e di processo” - ha infine dichiarato Davide Giacalone, Presidente dell’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione -. “Solo un cambio di mentalità, un’azione culturale può consentire di liberare le grandi energie, capaci di imporsi sui mercati internazionali. Lo Stato deve accompagnare e aiutare con azioni a basso costo e burocrazia zero l’innovazione di qualità, senza nessuna azione per tenere artificialmente in vita ciò che non si regge sul mercato della competizione”.

L'Expert Panel è formato da 20 esperti europei di alto livello provenienti dal mondo delle pubbliche amministrazioni, delle imprese, delle università, di 15 paesi dell'Ue, ai quali è stato chiesto di fornire indicazioni strategiche su come promuovere e incrementare l'innovazione nei settori dei servizi e il suo impatto sulle politiche industriali nell'ambito di Europa 2020. I Servizi innovativi: un macro settore che comprende il 33% degli occupati in Europa, e che nel periodo 2000-2009 ha registrato un incremento occupazionale del 27% a fronte di una crescita media occupazione nell’Ue a 27 pari all’8%. Con 43% di crescita del valore aggiunto avvenuta nei dieci anni considerati, i Servizi ad alto contenuto di conoscenza italiani si collocano al di sopra della media Ue27 (42%) e della Germania (29%), meno della Francia (47%) e della Spagna (89%). Per quanto riguarda l'incidenza del settore sul Pil, mentre per l'Italia si attesta al 47% del 2009, per la media Ue27 e la Germania al 49%, per la Francia al 55%, per la Spagna al 40%.

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