Manovra obbligata, ma da rivedere profondamente
Fermo restando l'apprezzamento per la prima risposta data all'arrembaggio finanziario nei confronti dell'Italia, per il presidente di Cna Veneto, rimane ancora molto da fare: “È un fatto nuovo e senza dubbio positivo che tutte le forze politiche italiane, messe con le spalle al muro dalla speculazione internazionale, abbiano saputo reagire svolgendo con responsabilità il loro ruolo sia di maggioranza che di opposizione. Puntare nel 2014 al pareggio del Bilancio dello Stato è una scelta obbligata per poter riconquistare quella fiducia dei mercati che l'Italia ha perso negli ultimi tempi – fa notare Parisato – Ma i contenuti della manovra non possono che suscitare perplessità e non a caso il giudizio dei mercati finanziari ha colto tutte le debolezze e le criticità della manovra: malgrado lo sforzo fatto l'Italia non è percepita come un soggetto affidabile.”
Il leader di Cna esamina così il provvedimento: “Innanzitutto la scelta di spostare molto avanti, negli anni 2013-2014, gran parte degli interventi è un segno di debolezza del Governo che, in vista delle più che probabili elezioni anticipate nel prossimo anno, non ha avuto il coraggio di avviare fin da subito misure più incisive perchè costose elettoralmente. In secondo luogo – incalza – la manovra ricorre soprattutto ad aumenti delle entrate, più che ai necessari tagli di spesa. Si va dall'aumento dei ticket, al taglio delle deduzioni e detrazioni fiscali, dalla patrimoniale sui conti di deposito–titoli all'inasprimento delle accise sui carburanti. L'aumento delle imposte locali di questo federalismo beffa è poi la più evidente dimostrazione che nei prossimi anni la pressione fiscale aumenterà ancora e colpirà soprattutto i redditi medi e bassi. Il taglio degli sprechi, delle spese improduttive e inutili soprattutto degli apparati centrali ministeriali è rinviato”.
“In terzo luogo manca nella manovra una politica seria e concreta per la crescita dell'economia: se oltre a risanare i conti pubblici non si riesce ad avviare meccanismi virtuosi di sviluppo ogni sforzo rischia di essere presto vanificato. Purtroppo su questo fronte non si vede la luce: le privatizzazioni delle grandi società pubbliche dello Stato e degli Enti Locali e le liberalizzazioni nel settore degli ordini professionali rimangono tutte al palo; non c'è nulla per la riorganizzazione e l'efficienza della giustizia civile; nulla per il sostegno degli investimenti e per l'innovazione nel sistema delle imprese; pochi spiccioli per le grandi infrastrutture.”
“Infine – conclude Parisato – e questa è la cosa più scandalosa, nessun taglio ai costi della politica: dalla riforma del sistema istituzionale alla riduzione dei privilegi e dei costi della casta. Se dunque i saldi generali della manovra non devono essere modificati, c'è la necessità urgente che la composizione dei vari provvedimenti sia profondamente modificata già a partire dai prossimi mesi. Diversamente si corrono due rischi: da un lato che la manovra si trasformi in un fattore di forte depressione della crescita, specie quella del mercato interno; dall'altro che le nuove risorse rastrellate siano bruciate dall'aumento dei tassi sui titoli pubblici.”
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