“Continuano ad emergere segnali positivi dai dati raccolti” commenta il Presidente di Confapi Padova, Tito Alleva, presentando i risultati della seconda indagine congiunturale del 2011, realizzata dal Centro Studi Confapi con il contributo della Camera di Commercio di Padova, “che confermano i segnali di ripresa registrati nella prima indagine, nonostante la visione imprenditoriale stenti a mantenere il clima di fiducia ed ottimismo rilevato in precedenza".

I dati presentati dall’osservatorio di Confapi, “Fabbrica Padova”, descrivono un secondo trimestre 2011 che conferma la tenuta della produzione industriale, stabile o in crescita nell’87% dei casi. Migliorano anche i dati relativi alla durata del portafoglio ordini - il 20,5% delle aziende riesce a programmare la produzione per un tempo superiore ai tre mesi - mentre sembra peggiorare il quadro dell’occupazione - diminuisce la previsione di nuove assunzioni del 21,8%. Elemento di novità rispetto al primo trimestre è la previsione di ricorso alla cassa integrazione nel prossimo semestre per il 2,6% delle imprese intervistate. Diminuisce, infine, del 15,8 % il numero delle imprese che in questo secondo trimestre hanno investito in ricerca ed innovazione.

Le informazioni raccolte evidenziano alcuni elementi positivi relativi all’incremento della produzione, alla durata del portafoglio ordini e al rallentamento del processo di variazione dei listini. Di contro, si rileva una percezione imprenditoriale non ottimistica che si manifesta con un calo degli investimenti e con la diminuzione percentuale delle aziende che prevedono un consuntivo 2011 positivo (82,7% di aziende rispetto all’89,7% rilevato nel primo trimestre 2011).

“Le indicazioni fornite dall’indagine delineano un clima di profonda incertezza sugli scenari futuri dell’industria meccanica padovana che, pur registrando prestazioni in miglioramento per il secondo trimestre successivo, ancora non scommette sul proprio futuro – spiega il direttore di Confapi Padova, Davide D’Onofrio – La sfiducia emerge nitida dall’andamento occupazionale e dallo stallo sugli investimenti che, con buona probabilità, risentono del contesto in cui gli imprenditori si trovano ad operare oggi: la forte volatilità dei mercati finanziari si affianca infatti ad una palpabile disillusione rispetto all’aspettativa di credibili riforme per il rilancio dell’economia nel paese”.