Cultura, studio su l'Italia che verrà
Il cuore della ricerca sta nel non limitare il campo d’osservazione ai settori tradizionali della cultura e dei beni storico-artistici. Anzi si arriva anche ad escludere il comparto turistico per andare a guardare quanto contano cultura e creatività nel complesso delle attività economiche italiane, nei centri di ricerca delle grandi industrie come nelle botteghe artigiane o negli studi professionali. I risultati, spiegano i curatori, “smentiscono chi descrive la cultura come un settore statico e rivolto al passato, e la inquadrano invece come fattore trainante per molta parte dell’economia italiana, sicuramente una delle leve per ridare fiato ad un Paese in apnea”. Basti guardare la tendenza del triennio nero 2007-2010: la crescita del valore aggiunto delle imprese del settore della cultura è stata del 3%, 10 volte tanto l’economia italiana nel suo complesso (+0,3%). Dato che si riflette sul numero di occupati: saliti di quasi un punto percentuale (+0,9%, +13 mila posti) a fronte della pesante flessione del 2,1% subita a livello complessivo. Ancora: il saldo della bilancia commerciale del sistema produttivo culturale nel 2010 ha registrato un attivo per 13,7 miliardi di euro. A livello di economia complessiva, invece, la bilancia indicava -29,3 miliardi. L’export di cultura vale circa 30 miliardi di euro e rappresenta l’8,9% sull’export complessivo nazionale; l’import è pari a circa 16 miliardi di euro e costituisce il 4,5% del totale.
Il valore aggiunto della cultura più alto d’Italia è nella provincia di Arezzo: qui l’8,5% del totale prodotto provinciale è legato alle attività culturali. Seguono Pordenone con l’8%, Vicenza col 7,8%, la provincia di Pesaro e Urbino col 7,5%. Poi ci sono Pisa (7,4%) e, seconda provincia veneta, Treviso (7,2%). Quanto alle Regioni, in testa alla classifica per incidenza del valore aggiunto della cultura sul totale dell’economia c’è il Lazio (6,1%) seguito a stretto giro da Marche e Veneto (6%). Mentre per il Lazio sono le industrie culturali a fare la parte del leone, nel caso di Marche e Veneto sono le attività più tipiche del made in Italy (industrie creative) a fornire un contributo fondamentale.
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