Il Parlamento europeo contro i tagli al bilancio agricolo UE
La Commissione aveva presentato la sua proposta per il prossimo quadro finanziario pluriennale lo scorso 29 giugno. "È un taglio in termini reali", ha detto l'italiano Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura al Parlamento europeo, a chi metteva in dubbio quali conseguenze la proposta avrebbe avuto per gli ambiziosi piani della politica agricola comune (PAC), dopo il 2013. "Il Parlamento ha inviato un segnale molto chiaro sul fatto che non vogliamo vedere tolte le risorse dalla PAC, che deve rispondere agli interessi di 10 milioni di agricoltori, ma anche di tutti i cittadini d'Europa".
Ora spetta al Consiglio dei Ministri UE e al Parlamento continuare il negoziato sul budget, in base alla proposta della Commissione, e in questa discussione i fondi legati al settore agricolo sarà uno dei passaggi chiave. Da anni la Politica agricola comune si sta dirigendo verso interventi di gestione complessiva dei territori e delle regioni rurali, attraverso una considerazione maggiore sia del loro potenziale imprenditoriale e di crescita economica, sia della tutela dell'ambiente. I fondi europei a disposizione risentono sempre più di questa impostazione.
La Commissione europea, ha sottolineato Ciolos, propone di stanziare "denaro fresco" per l'agricoltura sotto diverse voci, ad esempio l'utilizzo per 2,8 miliardi di euro del Fondo di adeguamento alla globalizzazione, per gli agricoltori. Questo fondo, attivo dal 2006, mette a disposizione risorse per i lavoratori licenziati a causa degli effetti della globalizzazione, come ad esempio le delocalizzazioni di imprese. Anche oggi, questo strumento non è ancora disponibile per il settore agricolo, e la proposta della Commissione intende colmare questa lacuna. Inoltre, 5,1 miliardi di euro finanziati per il 100% dall'Unione europea con programmi di ricerca e innovazione sono stati chiaramente destinati al settore agricolo. "Questo ci porta a un importo totale di 435,5 miliardi di euro" per il settore agricolo nel nuovo bilancio pluriennale, ha dichiarato il Commissario europeo.
Diversi sono stati i commenti dei parlamentari europei: la critica principale riguarda i tagli alla PAC, stimati da alcuni parlamentari tra il 7% e il 15% del totale dei fondi, in un settore dove le attività sono in aumento. Confrontando i dati rispetto al precedente bilancio pluriennale 2007-2014 con la nuova proposta, è stato riconosciuto che il supplemento di 15 miliardi di euro, soprattutto i fondi per la ricerca, sono una buona notizia, ma non possono essere confrontati con i tagli ai pagamenti diretti del valore di circa 40 miliardi di euro.
Quanto alla nuova opzione di utilizzare per gli agricoltori il Fondo per la globalizzazione, è stato sottolineato che se questo doveva essere un indennizzo per gli allevatori di bovini per l'accordo con il Mercosur, sembra non essere sufficiente. "La palla è ora nel nostro campo", ha ammesso l'europarlamentare italiano Lorenzo Fontana, che ha accolto comunque positivamente l'accesso per gli agricoltori al Fondo di globalizzazione.
Altri parlamentari europei, invece, hanno accolto favorevolmente la proposta di bilancio considerando che un anno fa non si era sicuri di mantenere le situazione sul tavolo oggi; inoltre è stata accolta con favore la proposta di collegare il 30% dei fondi del primo pilastro (pagamenti diretti) per l'applicazione di misure verdi da parte degli agricoltori, un passo criticato come prematuro da diversi parlamentari europei. Sulla necessità di mantenere le promesse, alcuni hanno sostenuto che i pagamenti diretti devono diventare più equi, ricordando che la PAC è una delle politiche più importanti dell'Unione europea.
"La riforma che stiamo preparando è la prima, in cinquanta anni di storia della PAC, in cui i parlamentari stanno giocando un ruolo così importante", ha affermato Paolo De Castro, riferendosi in parte al potere del Parlamento europeo di co-decisione, ma anche al rafforzamento dei poteri dei parlamenti nazionali garantito dal trattato di Lisbona.
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