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Finanziaria: rispettare gli impegni del Dpef

19/09/2006
“Più ci si avvicina alla presentazione della finanziaria per il 2007, più emergono i nodi di una manovra difficile. Difficile perché dovrà essere robusta, ma anche perché i conflitti all’interno della maggioranza si stanno manifestando con evidenza. Il rischio è che prevalgano le visioni del “partito della spesa”. Cioè di quelle componenti che intendono tutelare uno schema di stato sociale che non è più sostenibile. E che, soprattutto, è costoso ed inefficiente.” Lo ha detto il presidente della Confagricoltura, Federico Vecchioni, nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Palazzo Della Valle.



Insomma, a parere di Confagricoltura, mentre ci si avvia alla stesura del disegno di legge, sbiadiscono sempre di più i principi - risanamento, equità, sviluppo – con i quali il DPEF aveva sancito i contenuti essenziali della manovra. Tre capisaldi sui quali si era registrato il consenso del Parlamento e delle forze sociali, ma che ora si scontrano con la dura realtà di chi deve individuare i capitoli di spesa meritevoli di intervento. E si cominciano a porre dubbi anche su decisioni che sembravano già acquisite, come il taglio del cuneo fiscale.



“Una marcia indietro su questo aspetto - ha detto Vecchioni - significherebbe smentire un'altra delle affermazioni del DPEF, e cioè quel ruolo da protagonisti per le imprese, vero motore dell’economia.”



C’è il rischio, secondo Confagricoltura, di provocare una “deriva” che finirebbe con il vanificare gli impegni presi sul fronte dei contenimento delle spese, privilegiando la più facile strada dell’aumento delle entrate.



Il presidente ha rimarcato il fatto che il buon andamento dei conti pubblici è dovuto solo ad un incremento del gettito fiscale. Come confermano i dati diffusi ieri dal ministero dell’Economia sull’aumento del gettito che nei primi sette mesi del 2006 è cresciuto di ben 24,2 miliardi, il 12,6% rispetto allo stesso periodo del 2005.



“Da un lato - ha rimarcato Vecchioni - ciò significa che oggi sono cittadini ed imprese a sostenere i sacrifici; dall’altro, che rimangono immutate le necessità di intervenire sui grandi capitoli della spesa pubblica: previdenza, sanità, pubblico impiego ed enti locali. Ciò potrebbe consentire al Paese di rispettare gli impegni verso l’Unione Europea e riprendere il cammino per la riduzione del debito pubblico, senza intaccare le prospettive di ripresa.



Per quanto riguarda il settore agricolo, si pone con immediatezza il problema del rispetto degli impegni presi in sede di DPEF, ove si parlava specificamente di “stabilizzazione del regime fiscale”.



“E’ perciò necessario - ha detto Vecchioni - confermare l’aliquota IRAP all’attuale 1,9%, senza ulteriori inasprimenti su altri versanti, anche in considerazione dell’aggravio subito sul fronte delle imposte sui trasferimenti dei terreni agricoli, che hanno visto un consistente incremento con la manovra dello scorso luglio, in assenza di ogni forma di concertazione.”



Le criticità, per il settore agricolo, non si esauriscono qui, ed il malessere delle campagne è responsabilmente avvertito da chi, come Confagricoltura, deve esserne cassa di risonanza.



“In assenza di una verificata coerenza nelle imminenti scelte del Governo – ha concluso il presidente - non vorremmo dover intraprendere la strada, a noi non congeniale, della protesta visibile.”





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