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Agricoltura: documento organizzazioni su crisi ortofrutta

01/08/2011
In considerazione della grave crisi di mercato che sta attraversando il settore ortofrutticolo, con particolare riferimento alle pesche e alle nettarine, le quattro organizzazioni agricole, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, e Copagri, hanno predisposto un documento comune. Le organizzazioni agricole hanno condiviso che la crisi è dovuta ad una componente congiunturale e soprattutto a fattori strutturali in quanto si sono dimostrate inefficaci le misure relative alla programmazione, commercializzazione e promozione che hanno favorito prevalentemente, ancorchè indirettamente, il sistema della distribuzione.

Pertanto, secondo le organizzazioni, è necessario intervenire con un piano di ristrutturazione del settore che preveda un adeguamento della strategia nazionale dell’attuazione dell’organizzazione di mercato dell’ortofrutta, che tenga conto in particolare della prevalenza delle risorse destinate alle fasi di produzione agricola. Occorrono, inoltre, l’attivazione di un fondo mutualistico per affrontare le crisi, lo sviluppo di polizze multirischio, una riconversione varietale, la ristrutturazione delle attività commerciali delle organizzazioni dei produttori per evitare conflitti e concorrenza, rivedendo la normativa nazionale per la loro costituzione unicamente su base agricola, una migliore trasparenza della filiera commerciale, la razionalizzazione delle modalità di confezionamento, la definizione di un soggetto nazionale che in trasparenza asseveri le previsioni produttive, di mercato e di consumo, misure il contrasto alla concorrenza sleale e il sostegno nei confronti di Bruxelles dell’aumento dell’indennità di ritiro.

Le organizzazioni agricole ritengono urgentissimo un autorevole intervento del Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali nei confronti della Grande Distribuzione Organizzata (Gdo) finalizzato a sottoscrivere l’accordo interprofessionale pesche e nettarine, a regolamentare l’uso del sottocosto e della scontistica e a ridurre i tempi di pagamento sui prodotti deperibili. Inoltre è necessario che il Ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali, con il coinvolgimento delle Regioni, attivi tutti i meccanismi previsti dalla regolamentazione comunitaria per le crisi di mercato. Nella difficile situazione di crisi vanno peraltro agevolati gli interventi sul credito a favore delle aziende agricole.

Allegato documento completo

INTERVENTI URGENTI PER IL SETTORE ORTOFRUTTICOLO

La campagna del prodotto ortofrutticolo estivo a causa delle difficoltà causate dall’emergenza E.coli e delle problematiche di un periodo climatico variabile, non favorevole ai consumi, è in una situazione di pesante crisi. Gli strumenti normativi comunitari, previsti in materia di prevenzione e gestione delle crisi di mercato, si rilevano sempre più limitati e incapaci di rispondere agli obiettivi per cui sono stati concepiti, soprattutto in presenza di forti crisi di mercato. Con il passare dei giorni la crisi di mercato, oltre che per pesche e nettarine, si sta allargando anche ad altri prodotti come cocomeri e meloni.

Interventi urgenti

Diventa urgentissimo un autorevole intervento del Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali per poter ovviare a questa situazione ed interventi presso la GDO per:

- sottoscrivere l’accordo interprofessionale. L’accordo è saltato per il rifiuto dei soli rappresentanti della GDO di impegnarsi a non commercializzare prodotto di importazione con caratteristiche qualitative inferiori a quelle per cui si impegnavano i produttori italiani. Considerato che si è a campagna avanzata, l’Accordo dovrebbe avere valenza per le campagne 2011 e 2012.

- regolamentare l’uso del sottocosto dei prodotti ortofrutticoli;

- regolamentare l’uso della scontistica;

- ridurre i tempi di pagamento sui prodotti deperibili.

Inoltre per affrontare la crisi di mercato si propone che il Ministero per le politiche agricole alimentari e forestali con il coinvolgimento delle Regioni si attivi per:

- coordinare l’attivazione da parte delle Organizzazione dei produttori ortofrutticoli delle misure previste dall’art. 10 del Reg. 1182/2007. Infatti, per i prodotti ritirati e distribuiti in beneficenza l’aiuto finanziario comunitario in caso di ritiri dal mercato di ortofrutticoli, in volume non superiore al 5% della produzione commercializzata da ciascuna OP, è pari al 100%.

- attivazione dei ritiri di prodotto trasformato, con anticipo nazionale, come attività preparatoria del bando per indigenti, previsto dalla regolamentazione comunitaria, per frutta trasformata a valere sul bilancio 2012;

- attivazione a partire dal mese di luglio di misure di ritiro straordinarie in deroga alla OCM in analogia con lo schema di aiuti adottato con il regolamento comunicatori E.Coli;

- subordinare gli ulteriori interventi nazionali e regionali (esempio de minimis) al pieno espletamento di tutte le azioni previste dei piani operativi.

Agevolare interventi sul credito:

- Prevedere la sospensione di rate e dei pagamenti dovuti dall’impresa agricola nel 2011 e consentire la loro rateizzazione nel medio periodo;

- Rafforzare gli interventi di credito agevolato;

- Rinnovo moratoria ABI sul settore agricolo.

Piano di ristrutturazione del settore

Premesso che il ripetersi di continue crisi nel settore ortofrutticolo, in particolare nell’ambito delle pesce e nettarine, ha evidenziato che gli attuali strumenti di governo del settore non sono in grado di interrompere il trend negativo.

In particolare, si sono manifestate palesemente inefficaci le misure relative alla programmazione, commercializzazione, promozione favorendo prevalentemente, ancorché indirettamente, il sistema della distribuzione, si ritiene urgente e necessario:

1. migliorare la “Strategia nazionali” di attuazione della OCM ortofrutta, sostenendo all’interno del Piano Operativo misure specifiche che prevedano la prevalenza delle risorse destinate alle fasi di produzione agricola – al fine di evitare il perpetuarsi di attività formalmente ascrivibili alla filiera agricola, oggi a vantaggio dei soggetti del commercio e della Distribuzione Organizzata;

2. attivare un fondo mutualistico alimentato anche con misure specifiche del Piano Operativo sul modello “misure di prevenzione e gestione delle crisi” da poter utilizzare in caso di crisi;

3. sviluppare e sostenere polizze multi - rischio compatibili nei costi, efficaci nella tutela e nelle garanzie;

4. avviare, attraverso i piani operativi e con finanziamento nazionale, un piano di ristrutturazione del comparto, con una riconversione varietale che privilegi gli obiettivi di vocazionalità e stagionalità, in coerenza con l’evoluzione dei consumi, così da consentire una presenza continuativa del prodotto per l’intera stagione, al fine di evitare importazioni di prodotti poco qualificati che come ampiamente verificato creano disaffezione sul consumo;

5. ristrutturare le attività commerciali, dei sistemi organizzativi governati dagli agricoltori, per evitare conflitti e concorrenza e attivare una maggiore trasparenza e capacità di programmazione verso il mercato e verso la produzione;

6. rafforzare metodiche finalizzate alla trasparenza della filiera commerciale, anche con riferimento alla data di raccolta, al contenuto di gradi brix, e/a i costi di produzione specifici all’agricoltore;

7. individuare modalità di confezionamento del prodotto, che standardizzino in poche tipologie compatibili economicamente, il contenitore del prodotto, al fine di sovvertire l’imposizione che sino ad oggi la GDO ha voluto, scaricando propri oneri sul mondo della produzione;

8. superare l’attuale sistema di informazione, sulle produzioni e sui mercati e sostenere la predisposizione di un soggetto nazionale che in trasparenza asseveri: le previsioni produttive, di mercato, di consumo, i costi di produzione e li certifichi;

9. rivedere la normativa nazionale per sostenere la costituzioni di OP unicamente a base agricola, in particolare in quelle aree del Paese deficitarie di soggetti aggregati;

10. sostenere nei confronti di Bruxelles l’aumento delle indennità di ritiro e l’aumento della quota ritirabile, con modalità che disincentivino la pianificazione produttiva che va oltre al necessario ritiro;

11. evitare misure di concorrenza sleale (dumping commerciale) con particolare riferimento ai costi di manodopera, energia, mezzi tecnici, trasporti e aiuti di Stato.

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