La traviata di Giuseppe Verdi
Seconda tappa (dopo il Rigoletto di marzo e prima del Trovatore di dicembre) della trilogia popolare verdiana con cui il Teatro La Fenice celebra il centocinquantenario dell’Unità d’Italia, La traviata andrà in scena sabato 27 agosto alle ore 19.00 nel fortunato allestimento di Robert Carsen e Patrick Kinmonth che inaugurò nel novembre 2004 la prima stagione lirica della Fenice ricostruita: un allestimento che, già ripreso nel 2007, 2009 e 2010, si avvia a diventare un classico del repertorio del Teatro veneziano e un appuntamento fisso della sua programmazione settembrina. Robert Carsen ne firma la regia (regista assistente Christophe Gayral), Patrick Kinmonth le scene e i costumi, Philippe Giraudeau la coreografia, Robert Carsen e Peter Van Praet le luci.
Renato Palumbo dirigerà l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice; nel ruolo di Violetta si alterneranno Patrizia Ciofi, Gladys Rossi e Jessica Nuccio; in quello di Alfredo Gianluca Terranova e Shalva Mukeria; in quello di Germont Claudio Sgura e Seung-Gi Jung; Daniela Innamorati sarà Flora, Sabrina Vianello Annina, Iorio Zennaro Gastone, Elia Fabbian il barone, Luca Dall’Amico il dottore, Matteo Ferrara il marchese. I ruoli di Giuseppe, del domestico e del commissionario saranno affidati agli artisti del Coro Ciro Passilongo, Enrico Masiero, Antonio Simone Dovigo, Giampaolo Baldin, Antonio Casagrande e Franco Zanette.
Andata in scena per la prima volta alla Fenice il 6 marzo 1853, La traviata, melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave tratto dal dramma La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio, sarà presentata nella versione definitiva del 1854.
La prima di sabato 27 agosto 2011 sarà seguita da nove repliche tutte fuori abbonamento: domenica 28 e martedì 30 alle ore 19.00, domenica 4 settembre, martedì 6, mercoledì 7, giovedì 8 e venerdì 9 alle 19.00, sabato 10 e domenica 11 alle 15.30.
Le recite del 30 agosto e dell’11 settembre rientrano rispettivamente nelle iniziative «La Fenice per la città» e «La Fenice per la provincia», rivolte ai residenti nel comune e nella provincia di Venezia.
Composta da Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, La traviata è con Rigoletto e Il trovatore la terza opera della cosiddetta ‘trilogia popolare’, e senza dubbio delle tre la più intimista, quella in cui lo scavo psicologico della protagonista appare più ricco di sfumature, con un esito praticamente senza eguali nell’intera vicenda del teatro musicale italiano.
Nonostante sia oggi ritenuta l’opera per antonomasia, il 6 marzo 1853 alla Fenice La traviata non esordì felicemente. Ma, nuovamente ripresa a Venezia il 6 maggio 1854 al Teatro San Benedetto, riportò un enorme successo, dovuto anche a un cast più appropriato.
L’intreccio drammaturgico presenta diversi ingredienti tipici della librettistica ottocentesca: amore come legame che supera ogni limite imposto dalle regole della convenienza sociale; preminenza del valore irrazionale del legame di sangue (la famiglia) su qualsiasi altro. Vi sono tuttavia anche forti elementi di novità: innanzitutto una vicenda derivata dalla cronaca contemporanea, laddove all’epoca si prediligevano piuttosto ambientazioni lontane nel tempo e nello spazio, se non mitiche. Marie Duplessis – archetipo reale di Violetta – fu una delle più celebri prostitute del tempo, personalmente conosciuta e amata da Alexandre Dumas figlio, che la consegnò a futura memoria col nome di Marguerite Gautier nel romanzo La dame aux camélias (1848). L’anno successivo lo scrittore trasse dal romanzo un dramma, che andò in scena nel 1852; nel 1853 fu appunto la volta di Verdi: raramente l’attualità è salita tanto velocemente sul palcoscenico del teatro d’opera.