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Rilevazione di Confartigianato sul caro-energia

30/08/2011
Marghera 30 agosto 2011 – L’Italia ha il primato negativo in Europa per la bolletta elettrica più costosa a carico delle imprese. “Chi ha un allacciamento business nel nostro Paese –spiega Giuseppe Sbalchiero, Presidente Confartigianato del Veneto -paga l’energia il 31,7% in più rispetto alla media UE. Un salasso vero e proprio che, tradotto in denaro, significa maggiori costi per 800 milioni di euro solo per il Veneto che, in questa triste classifica, si piazza al secondo posto dopo la Lombardia. Nel complesso il sistema imprenditoriale nazionale paga un pizzo all’inefficienza infrastrutturale pari a 7.939 milioni di euro l'anno, equivalenti a circa mezzo punto del valore aggiunto. Per ciascuna azienda italiana significa un esborso di 1.776 euro in più all'anno rispetto ai competitor europei”.

Il gap Italia-Ue nei costi dell'energia utilizzata dalle imprese emerge da un’analisi condotta dall'Ufficio studi di Confartigianato che ha elaborato su dati TERNA la classifica delle regioni e delle province in cui gli imprenditori subiscono le differenze di costo più ampie rispetto all’Europa.

Nella Top Ten provinciale per il più ampio divario di costi per le imprese rispetto alla media europea, il Veneto registra ben tre province: Verona e Vicenza entrambe con 163 milioni di euro rispettivamente al 7° ed 8° posto seguite da Padova che con 148 milioni si trova al 10° gradino. Meglio di tutti in regione sta Belluno 79esima con 28 milioni di euro di spesa in più.

“A gonfiare la bolletta energetica delle imprese –prosegue Sbalchiero- contribuisce la pressione fiscale che incide per il 22,7% sul prezzo finale dell'elettricità. Anche in questo caso l'Italia detiene il record negativo nell'Ue: le imposte sull'energia ammontano a 31.750 milioni di euro l'anno e sono più alte del 23% rispetto ai Paesi dell'Eurozona. Sul fronte fiscale per le piccole imprese il gap con l'Europa è ancora più ampio: in valore assoluto il peso del fisco sui consumi di energia delle aziende in Italia è il più alto d'Europa ed è maggiore del 134,1% rispetto alla media Ue”.

“A fronte di questa analisi, –conclude Sbalchiero- ci attendiamo dal Governo, rapide riforme strutturali in materia di concorrenza, efficienza energetica e sull’uso di fonti rinnovabili. E dalla Regione Veneto una rapida costituzione e convocazione del Tavolo di lavoro permanente chiamato a sviluppare lo strumento di pianificazione primaria e di indirizzo fondamentale per le politiche energetiche regionali: il Piano Energetico Regionale. Oggi più che mai è infatti necessario il nostro coinvolgimento in scelte che rivestono un ruolo di primo piano nello sviluppo socio-economico della regione”.







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