Ripristinato il Sistri? Questa volta almeno si faccia bene
Nei mesi scorsi il sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi aveva mostrato enormi punti di debolezza, la sua entrata in vigore era stata più volte rinviata e l'ultima manovra sembrava metterci sopra una definitiva pietra tombale. Il repentino dietrofront, riporta la situazione del Sistri punto e a capo. “Non si può accettare il puro e semplice ripristino del precedente Sistri – dichiara Parisato – occorre approfittare di questa occasione per apportare quelle modifiche strutturali senza delle quali non si riuscirà a fare un passo avanti”
Da parte di Cna Veneto arrivano dunque una serie di proposte precise e concrete per sviluppare il Sistri in una nuova versione, che sappia combattere efficacemente lo smaltimento illecito dei rifiuti, ma che non rappresenti un cappio di burocrazia per le piccole imprese: “Chiediamo innanzitutto che si faccia un esame scrupoloso delle criticità rilevate nella prima fase di applicazione del Sistri – spiega il presidente di Cna Veneto – in modo da evitare che il sistema collassi nuovamente. Il nuovo sistema dovrebbe entrare in funzione, solo dopo essere stato adeguatamente testato. In secondo luogo occorre differenziare le varie tipologie di imprese non solo sulla base della qualità di rifiuti pericolosi prodotti, ma anche della quantità: un conto è produrre 5 chili di rifiuti in anno, altro conto è produrne 50 o 500. La tracciabilità dei percorsi di smaltimento può essere correttamente assicurata per i piccoli produttori con i precedenti registri e formulari senza ricorrere ad astrusi e costosi procedimenti informatici. La tracciabilità informatica e i controlli andrebbero dunque concentrati su gruppi ben selezionati di grandi produttori di rifiuti e di smaltitori. In terzo luogo bisogna risolvere diversamente il compito affidato agli autisti dei mezzi per la raccolta dei rifiuti chiamati ad assumersi responsabilità che esulano nettamente dal loro mansionario.”