Parte un nuovo piano europeo per la lotta alla corruzione
In realtà, un quadro normativo per contrastare la corruzione in Europa è stato definito nel corso degli ultimi dieci anni. Purtroppo i risultati sono ancora scarsi e non tutti i Paesi membri hanno fatto gli sforzi necessari. E l'Italia, con Austria e Germania, non è nella migliore posizione: non ha nemmeno ratificato la Convenzione penale sulla corruzione del Consiglio d'Europa.
L'ostacolo principale resta l'attuazione delle norme a livello nazionale, e questo – secondo la Commissione - riflette una certa mancanza di volontà politica nella lotta alla corruzione in tutte le sue forme. Tra le altre misure, la Commissione propone di modernizzare le regole europee sulla confisca dei beni provenienti da attività criminose, sviluppare strategie per migliorare le inchieste sui crimini finanziari e concentrarsi sulla corruzione legata all'allargamento dell'UE.
Per rispondere all'inerzia delle politiche degli Stati membri è stato creato un nuovo sistema che prevede un "rapporto anti-corruzione" ogni due anni. Si tratta di un appuntamento importante che entrerà in vigore dal 2013 e che permetterà di potenziare la legge a livello nazionale.
Gli Stati dell'UE non dovranno investire nuove risorse per questo progetto. La Commissione utilizzerà infatti dei meccanismi di monitoraggio già esistenti, rivolgendosi anche ad esperti indipendenti, specialisti in affari e esponenti della società civile. I deputati europei hanno accolto con grande entusiasmo le misure proposte evidenziando l'importanza di tutelare chi denuncia un atto di corruzione e una maggiore rapidità nelle indagini. Anche i parlamentari si attendono ora un forte seguito a questa strategia per garantirne un'applicazione il più efficace possibile.