In Veneto si vive davvero bene?
«Oltre il Pil», progetto nato nell’ottobre 2009 da Unioncamere Veneto e Camera di Commercio di Venezia, in collaborazione con Regione Veneto, Università Ca’ Foscari di Venezia e Centro Studi Sintesi, mira a revisionare la misurazione tradizionale del benessere individuando nuovi indicatori per fornire supporto analitico alle scelte strategiche degli attori economici e istituzionali per la formulazione di politiche sostenibili in tema sociale, economico, fiscale e ambientale.
Il Pil da solo non dice nulla del benessere e della felicità della popolazione, né della sostenibilità dello sviluppo sociale ed ambientale. Da qui la necessità di individuare indicatori alternativi che misurino l’effettivo livello di benessere. Utilizzando un cruscotto di otto macro-indicatori (benessere materiale, salute, istruzione, lavoro e tempo libero, pubblica amministrazione, relazioni personali e sociali, ambiente, insicurezza fisica ed economica), costruiti sulla base di 40 variabili per 20 regioni in un arco temporale di 4 anni (2006-2009), «Oltre il Pil» vuole offrire una lettura più esaustiva della realtà in cui viviamo valutando l’integrazione tra sistemi locali, individuando nuovi fattori di competitività e identificando policy per generare un circolo virtuoso di crescita.
COME SI VIVE IN VENETO?
Guardando oltre gli aspetti economici, il Veneto si conferma regione ad elevato livello di benessere materiale. Degli otto macro-indicatori considerati, salute, insicurezza fisica e economica e pubblica amministrazione sono a un livello superiore rispetto al benessere materiale; lavoro e tempo libero evidenziano un valore simile; ambiente, relazioni personali e sociali e istruzione rappresentano invece le principali criticità. Sulla base di valori normalizzati che variano da 0 a 1 (vicino allo 0 situazione di difficoltà e disagio rispetto la media) il Veneto è terzo con 0,710 per benessere materiale dietro a Emilia Romagna (0,745) e Lombardia (0,822).
I MENO. Nonostante gli elevati livelli di rifiuti differenziati, a condizionare l’ambiente ci sono l’elevata densità di popolazione, l’alto tasso di urbanizzazione e l’inquinamento atmosferico. Ne risulta un Veneto decimo nella graduatoria (0,474) preceduto da Valle d’Aosta, Marche, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Abruzzo e Trentino Alto Adige (primo con 0,768). Per l’istruzione, il possesso di un titolo universitario o di un diploma risulta inferiore a quello di molte regioni italiane facendo scivolare il Veneto addirittura al 14esimo posto (0,326) con alle spalle soltanto Piemonte, Toscana, Campania, Sicilia, Sardegna e Puglia (ultima a 0,082). Nelle relazioni personali e sociali, la forte presenza straniera rispetto alla popolazione residente e la propensione alla donazione di sangue non trova riscontro negli indicatori associati alla presenza di organizzazioni di volontariato e alle cooperative sociali: Veneto settimo (0,526) preceduto da Lombardia, Valle d’Aosta, Marche, Umbria, Trentino e Emilia Romagna (prima a 0,696).
IN LINEA. Nel lavoro e tempo libero il Veneto è in linea col livello di benessere materiale (quarto a 0,654 dietro a Emilia Romagna, Trentino e Valle d’Aosta) evidenziando un buon equilibrio tra attività lavorativa/imprenditoriale e propensione alla pratica sportiva e lettura. Altra nota positiva è rappresentata dalla salute (quinto con 0,720 dietro a Puglia, Marche, Lombardia e Trentino) e dal livello di longevità e salubrità, che emerge da tassi di vecchiaia e di speranza di vita piuttosto elevati a dimostrazione di un’assistenza ospedaliera e territoriale attenta ai bisogni dei cittadini.
I PIU’. Per dimensioni dell’insicurezza e della pubblica amministrazione, il Veneto si colloca sopra il livello medio del benessere materiale. Tassi fisiologici di criminalità e disoccupazione, associati a tassi di mortalità non elevati, mostrano un clima di generale sicurezza e tranquillità (terzo con 0,735 dietro Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige). La virtuosità del Veneto emerge nettamente nella gestione oculata delle risorse pubbliche, testimoniata da un basso livello di spesa di funzionamento della PA (personale e costi fissi) e da una ridotta presenza di personale pubblico che fa guadagnare al Veneto la seconda piazza (0,924) dietro alla sola Lombardia.
VENETO A CONFRONTO CON LE ALTRE REGIONI
Escluso il Trentino Alto Adige, che sulla base di tutti gli indicatori considerati sembra essere un territorio “oltre” l’Italia (valore dell’indice unico 0,998), le regioni possono essere classificate in tre gruppi. Il Veneto, con un valore di 0,931, si piazza in quarta posizione dietro Emilia Romagna (0,959), Lombardia (0,972) e Trentino. Ne esce un’Italia che vede Trentino Alto Adige, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Marche ed Umbria coi valori più elevati. Toscana, Piemonte, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Abruzzo sopra la media. Basilicata, Sardegna, Molise, Calabria, Puglia, Campania e Sicilia sotto la media. Si conferma così una netta divisione territoriale nell’indice sintetico di benessere: tutte le regioni del Nord e del Centro, con l’aggiunta dell’Abruzzo, si collocano su livelli di benessere soddisfacenti, mentre il resto del Mezzogiorno presenta una situazione non del tutto soddisfacente. La situazione complessivamente più critica è quella siciliana (0,002 indice unico): l’isola è in fondo alla classifica in ben 4 aree tematiche.
«Pur considerando l'importanza del dato del Pil, vogliamo dimostrare che questo dice ben poco di come viva realmente la gente perché non tiene conto, ad esempio, della salute delle persone, della qualità della loro istruzione né valuta il benessere personale e l'efficienza ed efficacia della Pubblica Amministrazione. Oggi abbiamo presentato alcuni primi risultati, che però si fermano al 2009, l’anno della crisi. Entro la fine dell’anno i dati verranno aggiornati al 2010 e saranno arricchiti con ulteriori indicatori, fra cui quello della pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese e dell'evasione fiscale, parametri che incidono fortemente sulla qualità della vita di un territorio e condizionano fortemente la popolazione che vi vive – commenta Gian Angelo Bellati, direttore Unioncamere del Veneto –. La crisi economica impone di saper cogliere i nuovi fattori produttivi per superarla. Per farlo bisogna però ragionare su modelli di sviluppo sul medio-lungo periodo e il progetto «Oltre il Pil» vuole individuare i nuovi fattori di produttività che rendono competitiva la regione. Per questo riteniamo importante un monitoraggio costante di più aree tematiche che dovranno essere analizzate sia separatamente sia congiuntamente in una prospettiva di approccio multidimensionale».
Il progetto prevede un bollettino e il sito www.oltreilpil.it attraverso il quale diffondere i risultati che, nelle prossime fasi, riguarderanno le sette province venete e, per l’Italia, le province delle città metropolitane.
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