Cala in Italia la richiesta di manodopera straniera
Questi i principali risultati di un’indagine condotta dalla Fondazione Leone Moressa che ha analizzato i dati Excelsior-Unioncamere sulle previsioni di assunzione per il 2011.
Nel 2011 le imprese italiane assumeranno in prevalenza nuova manodopera straniera per ricoprire lavori non stagionali (83mila unità), mentre per le mansioni a carattere stagionale si tratta di circa 55mila nuovi posti. Sono comunque cifre che segnano un andamento negativo dell’occupazione straniera nel nostro paese, soprattutto per i lavori stagionali dove il peso dei contratti a termine sottoscritti saranno appena il 22% del totale, con un calo del -26,6% rispetto al 2010. D’altra parte, le assunzioni non stagionali di stranieri ricoprono il 13,9% del totale delle assunzioni di questo tipo, mostrando una flessione del -21,6% rispetto all’anno precedente.
La propensione all’assunzione di manodopera straniera rimane più elevata nelle aree del Nord e del Centro rispetto al Sud: infatti, se in Emilia Romagna e in Piemonte l’incidenza dei nuovi assunti stranieri supera il 19% del totale (e in Trentino Alto Adige arriva addirittura al 27%), in Puglia, Sicilia e Sardegna appena una nuova assunzione ogni dieci riguarderà uno straniero.
Assunzioni non stagionali. Per quanto riguarda le sole assunzioni non stagionali, prevale la richiesta di manodopera straniera nel settore delle costruzioni, specie in alcune regioni del Sud Italia. In Abruzzo, Campania e Sicilia si prevede che le assunzioni nel settore, che riguarderanno lavoratori stranieri, saranno rispettivamente del 47,6%, 40,3% e 35,6%. Invece, vi è più probabilità di assunzione nelle aziende dei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone per gli stranieri residenti in Lazio (26,3%), Trentino Alto Adige (22,4%) e Friuli Venezia Giulia (21,2%). In Toscana prevarranno le assunzioni di stranieri nel settore manifatturiero del tessile, dell’abbigliamento e delle calzature (18,9%), mentre in Emilia Romagna, nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione e dei servizi turistici (14,3%).
Nel Nord Italia sono le imprese di più grande dimensione a ricercare manodopera di origine stranera, al Centro e al Sud, la maggiore richiesta proviene invece da imprese più piccole (da 1 a 9 dipendenti). In generale non vi sono differenze di genere nella scelta dei nuovi candidati, sebbene in alcune regioni i maschi abbiano più probabilità di essere assunti, come in Campania, Abruzzo e Sicilia dove le aziende preferiscono esplicitamente il sesso maschile in più del 60% dei casi. Nella maggior parte delle regioni italiane, le imprese ricercano principalmente operai specializzati, mentre in regioni come Lazio, Sardegna, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige l’interesse è rivolto a professioni non qualificate.
A livello provinciale. A Roma e a Milano verrà assunto il maggior numero di stranieri (7.180 nella capitale e 7.420 nel capoluogo lombardo) soprattutto nel settore dei servizi di pulizia; seguono le imprese torinesi (con 4.690 nuove assunzioni), impiegate principalmente nel settore delle costruzioni. Ma sono Mantova, Parma e Ravenna le province in cui gli stranieri avranno più probabilità di trovare nuova occupazione rispetto al totale delle nuove assunzioni previste nei singoli territori. Nelle prime due le nuove assunzioni di stranieri avverranno prevalentemente nel settore dei trasporti, mentre a Ravenna, riguarderanno il settore dei servizi turistici, alberghieri e di ristorazione. Nella maggior parte delle provincie italiane, a ricercare manodopera straniera, è comunque il settore delle costruzioni. Non è tuttavia da trascurare le nuova domanda proveniente dal settore dei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone, come accade in alcune provincie del Nord Italia, e la costante richiesta del settore industriale, nei suoi diversi comparti. Nelle province di Pavia e Lucca, emerge invece la domanda di lavoratori stranieri nel settore della sanità e dell’assistenza alle persone.
“Il calo delle assunzioni di stranieri da parte delle imprese” dichiarano i ricercatori della FONDAZIONE LEONE MORESSA “è un chiaro segnale del periodo di crisi attraversato dal mondo produttivo italiano. L’assunzione di 138 mila stranieri contribuirà solo in maniera marginale ad alleviare le perdite occupazionali che hanno caratterizzato questo ultimo biennio; infatti, la maggior parte dei 304mila disoccupati stranieri registrati nel primo trimestre 2011, con molta probabilità non riuscirà a trovare, in tempi brevi, una nuova occupazione, correndo il rischio di cadere nell’irregolarità solo per il fatto di non riuscire a trovare lavoro (il lavoro è la condizione necessaria per il regolare soggiorno in Italia degli stranieri). E’ quindi auspicabile che nelle strategie per la ripresa possa essere ripensata anche una politica migratoria che, tra le altre cose, privilegi dove possibile l’assunzione di quegli stranieri già presenti nel nostro territorio, ma rimasti senza lavoro a causa della crisi”.