Acqua: Paesi UE a confronto, così affrontiamo emergenze
''Siamo riusciti a salvare parte dei raccolti e a contenere l'emergenza idrica importando l acqua dalla contea di Norfolk, che dista tre contee piu' a nord di Essex - ha raccontato Henry Cator, attuale vice presidente dell' associazione inglese, che raggruppa i gestori delle risorse idriche del territorio - Nonostante le precipitazioni cadute tra fine agosto ed inizio settembre, la falda acquifera non si e' rimpinguata e se, nei mesi invernali non ci sara' pioggia a sufficienza, andremo incontro a seri problemi su tutto il territorio, come l'attizzarsi, sempre piu' frequente, di focolai che, gia' questa estate, hanno impedito il regolare svolgimento di numerose feste di campagna, particolarmente sentite dagli abitanti delle contee''. La Germania, ha reso noto Leenert Cornelius, presidente dell'associazione tedesca, ha invece dovuto far fronte sia alla siccita', nell'area del Brandeburgo, che al pericolo di inondazioni nella Bassa Sassonia. Il fiume Elba, infatti, a maggio presentava, a seguito delle piogge primaverili, un livello piu' alto di quello che nel 2002 provoco' lo straripare delle acque, evitato quest' anno grazie ai continui monitoraggi ed al rinforzamento degli argini nelle zone piu' critiche del percorso fluviale.
E' invece permanente l'attenzione, che deve prestare l' Olanda alla regimentazione delle acque, dato che il suo territorio e' per il 60% sotto il livello del mare e che, a seguito del fenomeno della subsidenza, continua ad abbassarsi di un centimetro all' anno. In Olanda, dove la gestione idraulica e' dettato costituzionale ed il presidente dei consorzi di bonifica ha l'autorita' di un ministro, l'acqua e' una questione di tutti: della classe dirigente in primis, dei singoli consorzi e dei cittadini. Il Governo gestisce e finanzia le infrastrutture principali (le dighe che salvaguardano il territorio dalla forza del mare) attraverso un sistema di tassazione che preleva da, ciascuna famiglia, una somma tra i 250 ed i 300 euro all' anno per un investimento annuale di circa 5 miliardi di euro per la gestione del sistema idraulico. Compete invece ai singoli consorzi, la manutenzione e gli eventuali interventi sui corsi d' acqua minori.
Fra i Paesi, che fanno parte di E.U.W.M.A., e' l' Ungheria, la nazione piu' giovane in tema di gestione delle acque, particolarmente attenta al confronto con i sistemi di irrigazione e di bonifica degli altri Paesi europei. Sara', ad esempio, proprio su un' area ungherese di circa ventimila ettari, lungo il bacino del fiume Tisza, che si sperimentera' una metodologia innovativa e a basso costo per la riduzione del rischio di inondazioni e, al contempo, per una corretta gestione delle risorse idriche. Il progetto, concordato a Venezia nell' ambito del programma INTERREG III B CADSES destinato alle aree del centro-est Europa, vede capofila l'Unione Veneta Bonifiche assieme a sei partners pubblici e privati, nonche' istituti di ricerca ed universitari di Slovenia, Grecia, Ungheria, Repubblica Ceca ed Italia. (ANSA).
20/09/2006 09:57
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