Confagricoltura: le imprese non possono stare alla finestra
“Tralascio - prosegue Guidi - i commenti sulla validità dei giudizi espressi dalle agenzie di rating internazionali, che troppo spesso negli ultimi anni hanno dato prove di sé non certo illuminanti. Posso però dire che nella community economica da almeno tre settimane si parlava di un possibile declassamento dell’Italia attorno a metà settembre. Anche per questo, oggi, le valutazioni di Standard & Poor's sembrano dettate più dai retroscena dei quotidiani e da considerazioni politiche che dalla realtà delle cose”.
“Questa realtà - sottolinea il presidente di Confagricoltura - è che l’Italia ha fondamentali tali da confermarla nel ruolo di terza grande economia europea e che è cruciale per la sopravvivenza stessa dell’euro. Questo non vuol dire eccesso d’ottimismo, perché, come ha detto Jean Claude Trichet: ‘L'ottimismo e' importante, ma non quanto lavorare duro'. Ecco qui sta il punto, noi imprenditori agricoli, che, in piena crisi, abbiamo contribuito a contenere l’inflazione, abbiamo creato nuova occupazione e continuato ad investire nonostante i nostri redditi fossero falcidiati dagli infimi livelli dei prezzi, vogliamo avere la possibilità di lavorare duro e decidere come farlo, per noi e per il Paese. Questo chiediamo alla politica e solo su questo giudicheremo la politica”.