Conto alla rovescia per l’agroenergia virtuosa
“La crescita delle agroenergie sostenibili va pilotata – ha proseguito il vicepresidente di Confagricoltura -. Bisogna quanto prima definire le regole per uno sviluppo equilibrato delle fonti rinnovabili, compreso il settore del biogas che ha grandi potenzialità”.
In alcune aree a vocazione zootecnica, infatti, si sono registrate criticità legate soprattutto al mercato fondiario dovute al fatto che la fase di start up non è stata del tutto governata”. “I problemi – ha spiegato Veggia - possono essere superati e, dalle norme che si andranno a definire per il 2013, dovranno emergere precise indicazioni. Noi stiamo lavorando in quest’ottica”.
Le proposte vengono dal progetto ‘Il biogas fatto bene’ definito dalla Confagricoltura e dalle altre componenti della filiera agroenergetica che vuole una crescita virtuosa delle agroenergie, anche come attività d’integrazione di reddito.
Il progetto in questione punta ad evitare gli squilibri ed a far sì che gli impianti attivati siano dimensionati in base alla disponibilità di biomassa a livello aziendale, limitando drasticamente la possibilità di approvvigionarsi all’esterno, sia tramite acquisto di biomassa sia affittando nuovi terreni.
“Il biogas – ha fatto presente il rappresentante di Confagricoltura - è una grossa opportunità per le imprese, a patto di costruire una normativa ambientale che non sia di ostacolo al suo sviluppo. Gli effluenti zootecnici ad esempio, non devono essere in alcun modo considerati rifiuti, ma sottoprodotti per la produzione di energia. Lo stesso vale per il digestato, ottimo fertilizzante biologico, inodore, che deve poter essere utilizzato per la concimazione dei campi”.
Rispetto al conflitto food for fuel per la disponibilità fondiaria, Confagricoltura, evidenzia che si tratta di problemi circoscritti a poche delimitate realtà territoriali, e ricorda che oggi sono utilizzabili circa un milione di ettari di terreni a riposo (secondo i dati della Rete Rurale Nazionale) nonché ulteriori aree non più coltivate a tabacco e barbabietola da zucchero sottratte dalla riforma delle Organizzazioni comuni di mercato (oltre 300 mila ettari negli ultimi venti anni). Complessivamente tutte queste superfici potrebbero dare un contributo importante al fabbisogno energetico del Paese, senza creare squilibri tra destinazioni alimentari e non.
“Il piano d’ azione nazionale per le energie rinnovabili – ha concluso il vicepresidente di Confagricoltura - prevede il raggiungimento al 2020 di una potenza installata di 1200 MWe da biogas. Un traguardo conseguibile utilizzando circa 200 mila ettari corrispondenti a meno del 2% della superficie agricola utilizzata (SAU) italiana. Ci sono quindi tutte le premesse perché si raggiunga questo obiettivo senza togliere energia al cibo”.
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