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Sinopoli torna alla Fenice e Otello va in Palazzo Ducale

06/10/2011
Dice Fortunato Ortombinna, direttore artistico del GranTeatro La Fenice: “se anche facessimo 350 spettacoli l'anno, la platea sarebbe sempre piena. E non solo per merito dei turisti”. In queste poche parole, una lettura di straordinaria sintesi per un fenomeno che sembra non risentire della crisi, quello della lirica a Venezia. Perché da un lato c'è sicuramente il numero di biglietti venduti in continua crescita e che quest'anno arriverà al record di 140.000 spettatori. Dall'altro c'è la considerazione che cresce il numero di turisti che includono nel loro soggiorno veneziano anche una serata alla Fenice, ma soprattutto aumenta il pubblico che dal centro storico, dalla terraferma dall'intera regione arriva in teatro.

Ed allora, avanti così: presentato il cartellone per il 2012 e (novità nella programmazione che si fa biennale) la stagione 2012- 2013. Perché per la prossima ancora si inizierà a gennaio, ma dalla successiva stagione si ritornerà alla tradizionale inaugurazione a cavallo dell'anno, magari quanto più possibile a ridosso della Festa della Madonna della Salute che 'sostituisce' il patrono di Venezia.

Dodici i titoli per il 2012 a cominciare da un (doveroso) omaggio alla venezianità del troppo precocemente scomparso (dieci anni fa) Giuseppe Sinopoli, grande sia come compositore che come direttore d'orchestra. La sua Luo Salomè sarà lo spettacolo inaugurale il prossimo 21 gennaio. Poi tanti titoli di grande interesse e di sicura fama in mezzo ai quali si incastonano “L’opera da tre soldi” di Bertolt Brecht nella versione musicale di Kurt Weil e la prima veneziana di Powder Her Face del giovane compositore inglese Thomas Adès.

Dodici titoli anche per la stagione 2012-2013 che vivrà il suo culmine spettacolare con l’Otello di Verdi a Palazzo Ducale nell’estate 2013: un evento dall'indubbia eccezionalità (anche mediatica e promozionale per il teatro).

Ma non è tutto oro luccicante quello della Fenice. C'è innanzitutto l'aumento degli abbonamenti e dei biglietti che dovranno coprire le traccie di una crisi economica che potrebbe riservare ulteriori e immeritati tagli dei contributi dello Stato e della Regione. Anche il contributo dei privati rischia di ridimensionarsi e da qui al 2013 bisogna temere sorprese amare.

Altra conseguenza della crisi, il blocco delle assunzione che impedirà al Gran Teatro di rinnovare i propri organici: i giovani, e meritevoli, anche ci sarebbero. Ma non si possono assumere ed orchestra e coro restano quel che sono oggi. Anche a fronte di un fenomeno che cresce, quello di investire in cultura pare proprio essere un orizzonte sconosciuto ai nostri governanti.

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