Radicchio a pochi centesimi al chilo ormai da un paio di settimane, senza che si intraveda alcuna possibilità di recupero. Il pessimo avvio della produzione autunno invernale fa paventare una crisi, che negli ultimi dieci anni pare divenuto elemento tragicamente ricorrente di questo periodo. La denuncia proviene dalla Coldiretti di Chioggia, la quale ricorda che neanche per la varietà precocissima della “rosa di Chioggia”, che si è raccolta tra aprile e giugno, le quotazioni sono state entusiasmanti. L’inizio d’autunno, tradizionale momento di grande offerta di prodotti vegetali per l’accavallarsi delle ultime produzioni estive con le prime produzioni invernali, porta con sé una normale caduta dei prezzi alla produzione, ma - precisa Coldiretti - nei negozi il radicchio continua ad essere venduto a più di un euro e mezzo. Alla centrale orticola di Brondolo arrivano ogni giorno circa 800 quintali di radicchio, cui vanno sommati quelli conferiti al mercato di Rosolina e quelli collocati direttamente al grossista su contratto, che porta verosimilmente ad una produzione giornaliera locale attorno ai 1.500 quintali. A livello nazionale, poi, il radicchio è in produzione e raccolta anche in altre aree orticole, come quella di Avezzano.



La Coldiretti ha da tempo chiesto l’incontro ad un tavolo comune tra Istituzioni - Regione, Provincia, Comune, Camera di Commercio - e Organizzazioni professionali, per individuare forme di rilancio del principale prodotto dell’economia orticola di Chioggia ed del mercato di Brondolo, per il quale - tra l’altro - non c’è alcuna notizia riguardo agli sviluppi della questione relativa all’acquisizione da parte del Comune. Anzi, dato che la produzione di radicchio gravita su tre province confinanti:Venezia, Rovigo e Padova, andrebbero uniti gli sforzi con le altre amministrazioni locali - provinciali e comunali - e le altre due Camere di commercio per un riassetto della distribuzione dei mercati all’ingrosso.





Ufficio Stampa Coldiretti Venezia