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UE in prima linea per abolire la pena di morte nel mondo

13/10/2011
UE in prima linea per abolire la pena di morte nel mondoL'abolizione della pena di morte in tutto il mondo è uno degli obiettivi principali della politica dell'Unione europea in materia di diritti umani. Per l'UE la pena di morte è una pratica disumana, che viola la dignità dell'uomo e che comunque non ha un effetto deterrente sui reati violenti. Ogni pena capitale inflitta per un errore giudiziario, da cui nessun sistema giuridico è immune, costituisce una perdita irreversibile di una vita umana. Su questi principi l'Unione europea ha celebrato la giornata mondiale ed europea contro la pena di morte.

La tendenza mondiale verso l'abolizione della pena di morte è fortunatamente in aumento. Tra il 1993 e il 2009 il numero di paesi che hanno abolito per legge la pena capitale è salito da 55 a 97. Al dicembre 2010 i paesi abolizionisti, per legge o per prassi, erano 139, oltre i due terzi dei paesi del mondo.

Nel 2010, secondo i dati disponibili, sono state eseguite condanne a morte in 23 paesi o territori e sono state pronunciate sentenze di morte in almeno 67. In testa a questa poco onorevole graduatoria ci sono la Cina, l'Iran, la Corea del Nord, lo Yemen, gli Stati Uniti e l'Arabia Saudita. Secondo l'Unione europea questi numeri, benché in rapida diminuzione, sono sempre troppo alti. "Mi impegno a portare avanti la mia battaglia personale, oltre a quella dell'Unione europea, contro la pena di morte, che non trova posto nel mondo di oggi", ha dichiarato Catherine Ashton, Vicepresidente della Commissione europea, responsabile UE per gli Affari esteri.

L'UE svolge un ruolo di primo piano in quest'ambito ed è il più grande donatore a favore delle organizzazioni della società civile di tutto il mondo che lottano per l'abolizione della pena di morte. L'UE si avvale di tutti gli strumenti diplomatici e di assistenza alla cooperazione di cui dispone per l'abolizione della pena capitale, soprattutto nell'ambito dello strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), la principale fonte di finanziamento dei progetti abolizionisti in tutto il mondo. L'UE esorta i paesi in cui ancora vige la pena di morte a limitarne progressivamente l'applicazione e insiste affinché le esecuzioni avvengano nel rispetto delle norme concordate a livello internazionale.

Ad esempio, nel quadro di un'azione finanziata dall'EIDHR, nei prossimi giorni si terrà a Kigali in Ruanda una conferenza per l'abolizione della pena di morte e/o per una moratoria sulle esecuzioni nell'Africa sub sahariana, a cui parteciperanno rappresentanti di oltre 20 paesi della regione. L'obiettivo è quello di aumentare il numero di paesi sostenitori della risoluzione delle Nazioni Unite per una moratoria sulla pena di morte, che dovrà essere votata nel 2012. Questa risoluzione, proposta dall'UE alle Nazioni Unite insieme ad altre di simile tenore, rappresenta il massimo risultato dell'impegno profuso dall'UE in quest'ambito.

Nel mese di luglio 2011 si è celebrato il 20° anniversario dell'entrata in vigore del secondo protocollo al Patto internazionale sui diritti civili e politici, il principale strumento giuridico a livello mondiale per l'abolizione della pena di morte. L'UE incoraggia tutti gli Stati a ratificare questo protocollo o ad aderirvi.

L'UE è inoltre il primo organismo regionale ad aver adottato norme che vietano il commercio di determinati prodotti che potrebbero essere utilizzate per la pena di morte, per la tortura e i maltrattamenti, nonché la fornitura di assistenza tecnica connessa a tali merci. L'impegno politico dell'UE è associato a un considerevole sostegno finanziario a favore di progetti concreti.

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