"Poveri di diritti": rapporto Caritas-Zancan
La povertà in Veneto
Secondo i dati Istat relativi al 2010, 8 milioni e 272 mila persone in Italia erano povere (13,8%), contro i 7,810 milioni del 2009 (13,1%). Lo scorso anno si è registrato un lieve incremento nel numero di famiglie in condizioni di povertà, passando da 2,657 milioni (10,8%) a 2,734 milioni (11%).
Tra il 2009 e il 2010 nel Veneto l’incidenza della povertà relativa è passata dal 4,4% al 5,5%, registrando un significativo incremento. Se da quanto viene rilevata la povertà a livello regionale la diffusione è rimasta sempre al di sotto dei valori riferiti all’Italia e a quelli relativi alle regioni del Nord, nel 2010 si è verificata una inversione di tendenza: il valore del Veneto è superiore a quello medio del Nord. Nel 2010 la povertà ha interessato circa 100 mila famiglie e 250 mila persone. Si potrebbe decretare uno stato di allerta da monitorare, consigliando a regione, a comuni e ad altre istituzioni pubbliche e private di adottare interventi per cambiare la rotta, per prevenire situazioni maggiormente critiche.
FIG. 1. Incidenza della povertà relativa, Veneto, Nord e Italia, 2002-2009
La spesa dei comuni veneti contro la povertà
Il Rapporto 2011 propone un’analisi della spesa dei comuni per la povertà e il disagio economico, già avviata nelle due precedenti edizioni, realizzato a cura della Fondazione Zancan. In vista del nuovo assetto federalista, che prevede un riequilibrio delle risorse e il superamento delle divergenze territoriali, diventa fondamentale avere chiaro il quadro della situazione per capire dove intervenire.
I comuni del Veneto, e le altre istituzioni pubbliche delegate a gestire i servizi sociali, destinano più di un terzo (36%) della loro spesa sociale per sostenere le persone e le famiglie in difficoltà economica e quelle povere (tab. 1). Nel 2004 erano 146 milioni di euro (pari a 31 euro per abitante), nel 2005 quasi 181 milioni di euro (38 euro pro capite), nel 2006 poco più di 176 milioni (37 euro per abitante), 159 milioni nel 2007 e 195 nel 2008 (ultimo dato disponibile), pari a 40 euro pro capite.
La spesa a sostegno delle persone e famiglie con disagio economico ha registrato un trend crescente tra il 2004 e il 2006, un calo significativo nel 2007 (-14%) e un incremento altrettanto significativo (+26%) nel 2008, toccando il massimo del periodo considerato, 163 milioni di euro, 33,51 euro per abitante. La spesa destinata in modo specifico ai poveri negli ultimi 5 anni è rimasta stabile in termini di incidenza sulla spesa sociale complessiva, attestandosi sul 6%.
TAB. 1. Spesa sociale dei comuni del Veneto, complessiva, per le persone con disagio economico e per quelle povere, valori in euro, 2004-2008
2004 2005 2006 2007 2008
Valori assoluti
Spesa totale per interventi e servizi sociali 442.355.415 566.709.626 518.622.460 500.775.835 538.851.761
- Di cui per le persone con disagio economico 119.332.306 145.929.960 151.079.446 129.697.028 162.835.856
- Di cui per le persone povere 26.747.589 34.829.998 25.158.486 28.825.485 32.111.947
Valori pro capite
Spesa totale per interventi e servizi sociali 94,69 120,09 109,05 104,26 110,90
- Di cui per le persone con disagio economico 25,54 30,92 31,77 27,00 33,51
- Di cui per le persone povere 5,73 7,38 5,29 6,00 6,61
% spesa destinata alle persone con disagio economico sul totale della spesa 27% 26% 29% 26% 30%
% spesa destinata alle persone povere sul totale della spesa 6% 6% 5% 6% 6%
Tra chi vive in una condizione di disagio e di povertà, ci sono dei gruppi che sono più supportati e altri meno. La spesa per contrastare il disagio economico, in tutti i 5 anni considerati, è destinata soprattutto ad anziani, famiglie e minori e disabili. Nel 2008 a questi 3 gruppi è stata destinata il 77% della spesa per il disagio economico.
I dati a disposizione consentono di realizzare confronti sub-regionali, per esempio raggruppando i comuni per territori vasti coincidenti con le province (tab. 2). In questo modo emerge come la spesa comunale non è omogenea all’interno del territorio regionale. Nei cinque anni considerati, tra la spesa minima provinciale e quella massima c’è sempre un rapporto di 1 a 3. Nel 2008, la spesa per abitante varia tra 20,66 euro dei comuni del bellunese e 63,50 euro dei comuni veneziani. Non ci sono differenze solo nel valore pro capite, ma anche nell’incidenza sul totale della spesa sociale. Questa varia tra il 22% del bellunese e il 51% dei comuni della provincia di Padova.
TAB. 2. Spesa sociale dei comuni del Veneto destinata alle persone povere e a quelle con disagio economico, per provincia e anno, valori assoluti e pro capite in euro, 2004-2008
Provincia 2004 2005 2006 2007 2008
Val. ass. p.c Val. ass. p.c Val. ass. p.c Val. ass. p.c Val. ass. p.c
Belluno 5.049.360 23,83 3.713.403 17,50 3.279.270 15,45 3.610.568 16,95 4.418.289 20,66
Padova 30.066.589 34,28 31.760.846 35,82 29.993.573 33,53 32.476.171 35,93 45.684.279 49,91
Rovigo 4.673.788 19,14 7.643.409 31,24 8.380.929 34,23 7.383.890 30,07 8.191.978 33,20
Treviso 22.543.851 27,11 23.063.631 27,33 26.709.842 31,30 23.201.339 26,87 25.752.584 29,45
Venezia 40.782.939 49,37 43.401.712 52,24 41.266.188 49,45 43.029.551 51,19 53.919.804 63,50
Verona 23.668.567 27,67 46.964.102 54,26 39.431.469 45,06 26.549.688 29,89 29.697.324 32,91
Vicenza 19.294.801 23,38 24.212.855 29,00 27.176.661 32,30 22.271.306 26,26 27.283.545 31,84
Veneto 137.571.285 31,27 168.103.639 38,30 166.085.939 37,06 158522513 33,01 194947803 40,12
Il commento del direttore della Fondazione Zancan Tiziano Vecchiato
Una crisi che non ha più riguardi per la geografia e che anche a Nord, anzi a Nordest, semina vittime e paura. Costringe i comuni a destinare il 36% della spesa per assistenza sociale all’emergenza e non all’aiuto che sarebbe necessario per ridurre la povertà. Si fa quello che si può, senza una strategia condivisa e proprio per questo i risultati non si vedono. Lo abbiamo visto con l’emergenza causata dalla piena dei fiumi e tutto si ripete con la piena della povertà e della miseria che assedia 100 mila famiglie e 250 mila persone, le loro amministrazioni locali, un sistema economico che lascia lungo la strada troppi disoccupati.
In questa emergenza i comuni destinano 200 milioni di euro su 539 milioni disponibili, con differenze enormi nell’impegno: si va da 21 euro pro capite a 63,5 euro pro capite, come se a questi valori corrispondesse il triplo di povertà in certi territori, ma non è così. È la misura dell’incapacità a condividere una strategia, a portarla avanti con determinazione. Servirebbe un piano regionale di lotta alla povertà, la Regione potrebbe condividerlo con le amministrazioni locali, ma si farà? Non è da oggi che il rapporto povertà dice questo, ma resta inascoltato, pur offrendo i fondamentali economici per costruirlo. Il paradosso è che le risorse ci sono, ma sono erogate al minimo rendimento, in modo assistenzialistico e burocratico, esattamente il contrario di come si dovrebbe fare.
Per le imprese questo significa l’anticamera del default, del fallimento, mentre per le istituzioni è spreco del denaro di tutti, che non viene fatto fruttare come invece sarebbe possibile. Gli esempi positivi non mancano, basta guardare fuori casa, in altre realtà regionali ed europee.
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