Imprese UE: consultazione on line contro le truffe
Per meglio tutelarli, la Commissione europea avvia una consultazione pubblica che mira a raccogliere presso le aziende e altre parti interessate maggiori informazioni sulla natura e sulla portata delle pratiche sleali, comprese le truffe online. In seguito a tale consultazione, la Commissione interverrà, entro la metà del 2012, per impedire ai truffatori di sfruttare i vuoti giuridici esistenti e garantire una tutela efficace degli operatori che agiscono nel rispetto della legalità.
“Le piccole imprese costituiscono il nerbo dell’economia europea e non possono permettersi il lusso di perdere denaro nelle truffe”, ha dichiarato Viviane Reding, vicepresidente e commissaria per la Giustizia. “Abbiamo bisogno di regole forti ed efficaci a livello europeo per contrastare queste pratiche sleali e impedire ai truffatori di nascondersi dietro le frontiere nazionali."
Ogni giorno imprese, professionisti e associazioni della società civile con sede nell’UE sono vittime di pratiche sleali, che possono spaziare dall’omessa comunicazione di informazioni importanti o dalla trasmissione di informazioni false o fuorvianti sull’offerta - in particolare sotto forma di pubblicità ingannevole -, fino al ricorso alle molestie, alla costrizione o a indebiti condizionamenti.
I 23 milioni di piccole e medie imprese dell’UE sono particolarmente esposte alle truffe. Talvolta, però, anche le grandi imprese europee sono vittime di raggiri. Un comune meccanismo di truffa è quello messo in atto dalle società di compilazione di elenchi commerciali, che trasmettono alle imprese moduli con la richiesta – apparentemente gratuita – di aggiornare i loro dati. Una volta dato il proprio accordo, tuttavia, le imprese scoprono di aver sottoscritto un contratto a titolo oneroso, che prevede il pagamento annuo di un importo elevato. Un’indagine del Parlamento europeo del 2008 ha registrato 13.000 denunce concernenti truffe da parte di società di compilazione degli annuari - presumibilmente solo la punta dell’iceberg. La cifra generalmente chiesta alle società era di 1.000 euro. Spesso, poi, le società non denunciano neppure le pratiche sleali di cui sono vittime, per mancanza di tempo o perché non sanno a chi rivolgersi.
Gli interessati possono inviare il proprio contributo sul sito http://ec.europa.eu/justice/consumer-marketing/opinion/. La consultazione pubblica resterà aperta fino al 16 dicembre 2011.
L'attuale normativa dell’Unione europea in materia di pubblicità ingannevole e comparativa fissa uno standard giuridico minimo contro la pubblicità ingannevole in tutta l’UE, compresa quella diretta contro le imprese, ma stabilisce anche che la pubblicità comparativa deve mettere a confronto dati analoghi, non deve screditare i marchi di altre imprese, né creare confusione tra gli operatori economici. Tuttavia, mentre la legislazione UE in vigore tutela i consumatori da qualsiasi forma di pratica commerciale sleale, questo non vale per gli operatori commerciali.