Cresce Europeana, la biblioteca digitale europea
La Commissione europea è intervenuta nei giorni scorsi con delle raccomandazioni ai Governi, per sviluppare piani affidabili e istituire partenariati per inserire in Europeana 30 milioni di oggetti entro il 2015, rispetto ai 19 milioni attualmente disponibili; incrementare la presenza in rete di materiale fuori commercio o coperto dai diritti d’autore e adattare le normative e le strategie nazionali al fine di garantire la conservazione a lungo termine dei materiali digitali.
Le industrie culturali europee attualmente producono il 3,3% del PIL dell'UE e il 3% dei posti di lavoro. La Commissaria europea per l’Agenda digitale Neelie Kroes ha dichiarato: “L’Europa possiede probabilmente il più vasto patrimonio culturale del mondo. Non può permettersi di perdere l’opportunità offerta dalla digitalizzazione e rimanere inerte di fronte al declino culturale. La digitalizzazione porta la cultura nelle case della gente e costituisce una risorsa preziosa per l’istruzione e per il settore del turismo, dei giochi, dell’animazione e dell’industria culturale in genere. Investire nella digitalizzazione stimolerà la nascita di nuove imprese e creerà nuovi posti di lavoro”.
Europeana, varata nel 2008, oggi contiene più di 19 milioni di oggetti, cui è possibile accedere tramite un’interfaccia più interattiva e intuitiva. Per una ripartizione più equilibrata la nuova raccomandazione di Bruxelles stabilisce un contributo minimo di contenuti che ciascun Paese dovrà apportare ad Europeana entro il 2015, tramite un modello di finanziamento sostenibile. Il patrimonio artistico e culturale dell'Italia è sicuramente uno dei più rilevanti a livello europeo. Fino ad oggi l'Italia ha inserito in Europeana il 10% del totale degli oggetti, cioè meno di 2 milioni, il terzo Paese dell'UE dopo Germania e Francia. L'obiettivo fissato dalla nuova strategia della Commissione è di superare i 3 milioni e 700 mila oggetti "italiani", su un totale di 30 milioni.
Mettere in rete il patrimonio culturale dell’UE significa renderlo accessibile ai cittadini di tutta Europa che potranno utilizzarlo in qualsiasi momento a fini di studio, lavoro o svago. Ciò garantirà enormi opportunità economiche alle industrie culturali europee che attualmente producono il 3,3% del PIL dell’UE e il 3% dei posti di lavoro nell’UE.
I punti cardine dell'iniziativa sono l'incremento della presenza di materiale in rete coperto dai diritti d’autore, la garanzia di una conservazione a lungo termine e la possibilità di interagire con il pubblico grazie alla possibilità di contribuire con articoli storici o applicazioni per telefoni cellulari.